"Gli studenti coranici stanno solo bluffando. Ora l'Europa ci aiuti"

L'ex viceministro degli Esteri di Ghani: "È vero, sono cambiati. Sono più brutali"

"Gli studenti coranici stanno solo bluffando. Ora l'Europa ci aiuti"

«Stanno cercando di prenderci in giro un'altra volta. Ecco perché ci stanno mettendo più del previsto per formare il governo del nuovo Emirato islamico». Mirwais Nab è il vice ministro degli Esteri del governo Ghani, imploso con la riconquista dell'Afghanistan da parte dei talebani. A Roma per colloqui, si dice convinto che «l'unica strada da percorrere per l'Afghanistan è quella di un governo che rappresenti tutti gli afghani, che dica no alla violenza, tagli i legami con i gruppi terroristici, si impegni a rispettare i diritti umani e i diritti delle donne. I colloqui con i talebani saranno benvenuti se porteranno a questi risultati, ma ne dubito».

I talebani sono cambiati?

«Sì che sono cambiati. Sono più estremisti di prima, più brutali di prima, più pericolosi di vent'anni fa. Anche il modo in cui vedono l'islam è cambiato. Adesso guardano ai loro obiettivi attraverso l'estremismo islamico. Quindi sì, sono cambiati, ma in peggio».

La comunità internazionale dovrà parlare con il governo dell'Emirato islamico?

«Non siamo mai stati contro i colloqui. Ma la comunità internazionale deve capire a chi sta parlando. I talebani sono ancora dei terroristi, che hanno dato supporto logistico e materiale al variegato universo dei gruppi terroristici internazionali, e che hanno legami con l'Isis e con Al Qaida».

Come sarà possibile trattare a queste condizioni?

«Ponendo condizioni chiare sul futuro governo. Che deve essere inclusivo e rappresentativo di un Paese complesso e variegato com'è l'Afghanistan. E deve rispettare i diritti di tutti, donne comprese. Altrimenti non potrà esistere alcun riconoscimento».

Anche il governo di cui lei faceva parte, quello del presidente Ghani, però ha tradito le aspettative degli afghani e della comunità internazionale...

«Io per primo mi sento tradito. Ghani ci parlava di coraggio e poi è scappato e adesso vive in una lussuosa villa ad Abu Dhabi. Ma anche gli americani ci hanno tradito, facendo un accordo con i talebani senza consultarci, imponendoci dei leader politici corrotti, fino ad arrivare a questa catastrofe. Però non dimentichiamo che il nostro è un governo legittimo, arrivato attraverso un'elezione, mentre i talebani hanno preso il potere con le armi».

Perché non sono ancora arrivati alla formazione di un esecutivo?

«Perché ognuno vuole la sua parte, perché cercano il riconoscimento internazionale e quindi stanno tentando di formare un governo che sembri inclusivo. In realtà stanno cercando di fregarci un'altra volta, come a Doha, dove avevano promesso il cessate-il-fuoco, di tagliare i ponti con i gruppi terroristici, lo stop alla violenza. Una presa in giro. Che fanno e rifaranno».

Cosa può fare l'Europa?

«Deve capire la gravità del momento, quanto la vittoria dei talebani rafforzi il morale del terrorismo internazionale, come questo impatterà sull'immigrazione illegale. L'Europa deve far leva sugli Stati Uniti e su tutti gli altri attori perché spingano i talebani a più miti consigli».

C'è futuro per il suo Paese?

«Speriamo di sì ma non credo sarà possibile con i talebani. Ci sarà una possibilità solamente se i talebani cambieranno e accetteranno la realtà sul campo, che quella afghana è una società complicata e variegata».

L'aiuto della Cina è benvenuto?

«È benvenuto qualsiasi intervento che porti a una pace significativa e duratura. La Cina è benvenuta se capirà la necessità di un governo che rappresenti tutti».

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