Roma «Prima mi ha violentata uno, poi sono arrivati altri due. Non li potrei riconoscere, era buio pesto ma parlavano romano. La faccia di lui? Quella non la dimentico». Stuprata dal branco in una discoteca della Roma bene. È accaduto sabato notte al Factory Club in piazzale dello Stadio Olimpico. Vittima una ragazza di 21 anni etiope ma vissuta nella capitale fin da bambina.
«Non ero ubriaca, avevo bevuto solo un drink, la consumazione compresa nel biglietto d'ingresso - dice -. Poi mi ha avvicinata questo ragazzo. Sembrava simpatico, uno a posto. Mi ha detto: molliamo la musica per parlare meglio da un'altra parte». Francesca, nome di fantasia, si allontana dal chiasso e, soprattutto, dalle telecamere installate nel locale. La squadra mobile della Questura di Roma ricostruisce la scena. I due ragazzi appena conosciuti si avvicinano a una pertinenza annessa alla discoteca, un magazzino usato come ripostiglio per le attrezzature. Al primo approccio lei lo respinge con forza. Lui la getta a terra, le strappa i vestiti di dosso, la violenta. Una bestia. Francesca urla e si dimena ma non la sente nessuno: «Mi diceva stai zitta». Spuntano altri due giovani e, dopo aver chiuso la porta, la violentano anche loro. Non sono del tutto chiare le modalità esatte. Poi la fuga, in mezzo a centinaia di altri ragazzi all'interno del locale.
Sono le 4 del mattino di domenica. Francesca è sconvolta, sotto choc. Non sa più nemmeno dove si trova. Barcolla. Poi si avvicina a un addetto alla sicurezza del locale e, in lacrime, chiede aiuto. «Mi hanno violentata, sto male portatemi in ospedale» dice. I responsabili del Factory chiamano immediatamente polizia e 118. Arriva un'ambulanza e la 21enne viene trasportata all'ospedale villa San Pietro sulla via Cassia. Dalle lesioni riportate i medici del pronto soccorso ginecologico non hanno dubbi sulla violenza subita. La Procura di Roma apre un fascicolo per violenza sessuale di gruppo. Come a Viterbo, dove una donna di 36 anni viene stuprata in un pub, poche settimane fa, da due militanti di Casapound. Come nel quartiere universitario San Lorenzo, sempre a Roma, dove una banda di spacciatori africani stupra e lascia morire una 16enne, Desirée Mariottini, lo scorso autunno. L'ennesima violenza sulle donne, questa volta, si consuma fra i ragazzi di Roma nord durante un «evento» organizzato per trascorrere una serata come tante. Che si trasforma in un incubo per la ragazza. Etiope di nascita, romana, Francesca ha frequentato l'Istituto turistico Charles Darwin di via Tuscolana. I genitori lavorano da 15 anni nella capitale. Sabato, salutati gli amici, la 21enne resta sola. Sola con un bicchiere di alcol in mano quando le si avvicina un ragazzo tra i 25 e i 30 anni. Le telecamere interne e la sua descrizione sono al vaglio degli inquirenti. La mobile, assieme al procuratore aggiunto Maria Monteleone, indaga soprattutto per arrivare a lui. «Individuato il primo non sarà difficile identificare e arrestare il resto del branco» chiosano. Gli agenti hanno ascoltato decine di testimoni, la security, i titolari del locale. Che adesso rischia un altro provvedimento di chiusura. Come un anno fa quando, dopo varie risse, il Factory viene chiuso dall'allora questore Esposito per mancato rispetto degli orari e motivi di ordine pubblico.
«Quando è rientrata piangeva disperata, non
riusciva a parlare. L'abbiamo soccorsa subito e chiamato la polizia. Sono molto scossa per quella ragazza. Dispiace che ogni volta si parli di discoteche sia per questi episodi. È sempre fumo negli occhi» dice una titolare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.