Londra La destinazione del primo viaggio dopo l'uscita del Regno Unito dall'Ue lo scorso 31 gennaio è stata scelta accuratamente: Bruxelles. E il messaggio è stato semplice ed efficace: ci mancate, non è stata colpa nostra, presto ci rivedremo. Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese, non poteva essere più esplicita nel suo primo tour politico lontano da Edimburgo dopo la Brexit.
Ha scelto Bruxelles per reiterare all'estero, nel cuore dell'amata Unione Europea, il messaggio di una Scozia libera dal giogo inglese. L'obiettivo è di «tornare al Parlamento europeo come una nazione indipendente», ha dichiarato al centro studi European Policy Center a Bruxelles. Lo aveva già chiesto subito dopo la vittoria elettorale di Johnson che però, il 14 gennaio, rispose picche. Sturgeon lo ha ribadito ieri in Belgio, perché l'uscita dal Regno Unito è la ragion d'essere dell'SNP: la Scozia al referendum del 2016 ha votato per il remain, una volontà ribadita nelle elezioni di dicembre 2019 quando il partito nazionalista è stato il grande vincitore a nord del Vallo di Adriano, conquistando 48 seggi su 59.
«Quando la Scozia raggiungerà l'indipendenza credo che le nostre ragioni per rientrare nell'Ue saranno schiaccianti», ha continuato ieri. L'ottimismo di Sturgeon è stato subito smorzato dalla Commissione Ue che tramite il suo portavoce Dana Spinant ha fatto sapere che il suo interlocutore rimane Londra. Una precisazione ovvia quanto non necessaria, che evidenzia come la Commissione sia più interessata alle prossime trattative commerciali col Regno Unito che non all'ingresso scozzese.
Secondo recenti analisi statistiche c'è un graduale incremento del numero di scozzesi favorevoli ad abbandonare l'unione con Londra, che ora sarebbero il 52%.
Una maggioranza labile che non è detto resista ai rigori di una campagna referendaria in cui l'SNP dovrebbe rispondere ad alcune domande cruciali: verrebbe adottato l'Euro come chiede Bruxelles per i nuovi arrivati nel club? Se abbandonare l'Ue è stato un errore madornale perché non lo sarebbe abbandonare l'unione con Londra, che è di gran lunga il principale partner economico di Edimburgo? Gli introiti calanti dei campi petroliferi offshore del Mar del Nord saranno compensati da aiuti europei? La Spagna, con la questione catalana in casa, acconsentirebbe all'ingresso della Scozia nell'Ue? Sono solo alcune delle questioni che gli indipendentisti sarebbero chiamati a chiarire agli elettori.
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