Su Israele i missili della Jihad E a Gaza nuova esecuzione mirata

Uccisi 13 palestinesi, tra cui un leader degli islamisti Netanyahu: «Basta attacchi o subiranno sempre più colpi»

Chiara Clausi

Beirut Il secondo giorno di guerra fra Israele e i militanti palestinesi è stato ancora più duro. Dal mattino di ieri i militanti della Jihad islamica hanno lanciato centinaia di razzi e i caccia con la stella di David hanno risposto colpendo dal cielo. Le tensioni sono riprese dopo una pausa notturna. I razzi dalla Striscia hanno spinto gli israeliani a correre verso i rifugi nelle città vicino al confine con Gaza e anche più in profondità nel Paese. Le sirene antiaeree si sentivano fino a nord di Tel Aviv soprattutto ad Ashkelon lungo la costa e a Sderot e i missili colpivano autostrade e città israeliane. A Gaza invece le strade erano deserte. Le scuole chiuse. Così pure gran parte dei negozi. Eccezione solo per fornai, farmacie e alcuni empori. Nel frattempo, durante gli scontri a Betlemme tra palestinesi e militari israeliani, nel corso di una manifestazione di studenti palestinesi, una turista italiana è rimasta ferita in modo lieve da un candelotto di gas lacrimogeno sparato dall'esercito per sedare la protesta.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu è intervenuto con molta durezza sulla situazione. «Hanno una sola scelta: o fermare questi attacchi o subire sempre più colpi». «Non vogliamo l'escalation - ha poi precisato - ma stiamo rispondendo a ogni attacco contro di noi con un attacco e una risposta molto precisi. La Jihad islamica è meglio che lo capisca ora piuttosto che quando è troppo tardi», ha sottolineato Netanyahu.

Il portavoce della Jihad Musab al-Buraim ha fatto sapere che non erano ancora «appropriati» gli sforzi diplomatici per porre fine alle tensioni perché si stava ancora vendicando la morte di Abu al-Ata. «Quando completeremo la risposta, sarà possibile discutere», ha affermato. Martedì Israele ha ucciso con un attacco mirato Baha Abu Al-Ata, leader della Jihad islamica. Secondo lo Stato ebraico aveva pianificato la maggior parte degli attacchi negli ultimi mesi e aveva messo a repentaglio gli sforzi per un accordo di cessate il fuoco con Hamas. Israele lo ha anche accusato di aver pianificato nuove offensive «imminenti».

Nella giornata di ieri le vittime sono aumentate. I raid israeliani hanno ucciso 13 palestinesi a Gaza. Il bilancio è salito così a 23. Nessuna vittima in Israele, ma solo feriti. Lo Stato ebraico ha neutralizzato molti missili con le difese aeree Iron Dom. Secondo l'esercito israeliano circa 220 razzi sono stati lanciati soltanto ieri. La Jihad, sostenuta dall'Iran, ha confermato che tra gli altri sono morti membri della sua ala militare, le Brigate al-Quds. Khaled Faraj, un comandante, è stato ucciso in un raid nel centro di Gaza.

Quanto sta accadendo può avere ripercussioni anche sui colloqui per formare un nuovo governo di coalizione in Israele.

Il rivale di Netanyahu, l'ex generale Benny Gantz, leader del partito Blu e Bianco, ha appoggiato la decisione di eliminare Abu Al-Ata. Ma ora l'ipotesi di un governo di minoranza appoggiato dai partiti arabi di Israele sembra meno probabile. La coalizione dei partiti arabi è contraria alle operazioni su Gaza.

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