Su Savona è guerra totale tra Salvini e Mattarella

Resiste il veto del presidente sul docente che la Lega vuole all'Economia. Il Carroccio minaccia il voto

Su Savona è guerra totale tra Salvini e Mattarella

Non è uscito di squadra, nonostante i dubbi del Quirinale e nonostante i mercati che, spingendo in su i rendimenti dei titoli di stato, hanno implicitamente espresso un giudizio negativo sull'esecutivo euroscettico. Paolo Savona resiste come nome più quotato per il ministero dell'Economia. Sulla sua candidatura si stanno concentrando gli ultimi sforzi del M5s e, soprattutto, della Lega Nord. Pur di blindare la nomina, Matteo Salvini ha accettato di allungare i tempi della formazione del governo. Il leader leghista ha quindi deciso di puntare tutto sull'economista classe 1936, diventato il banco di prova dei rapporti di forza nella maggioranza.

Se arriverà al traguardo, Savona inizierà il suo mandato da una posizione di forza che il predecessore Pier Carlo Padoan si sognava. Con il sostegno incondizionato della maggioranza. Se prevarranno i veti, uscirà di scena, magari in un dicastero meno rilevante. Ma a rimetterci sarà soprattutto Salvini.

Ieri il diretto interessato è intervenuto a più riprese. A viva voce ha spiegato di ritenere plausibile l'esistenza di veti sulla sua candidatura al ministero dell'Economia («Sì che lo penso», ha detto alle telecamere di Agorà su Rai3). Poi sulla scelta finale ha scelto un profilo più istituzionale. «Sarà il presidente incaricato», quindi Giuseppe Conte, «a fare le sue valutazioni», ha spiegato mentre lasciava la Camera dei deputati.

Il Quirinale giovedì ha fatto capire che la lista dei ministri spetta al premier e non ad altri. Un modo per dire che Savona non può essere imposto a Conte dalla maggioranza.

Ma il vero significato lo ha lasciato intuire il costituzionalista Pd Stefano Ceccanti. «Se il presidente del Consiglio incaricato esistesse davvero con la sua autonomia costituzionalmente garantita dall'articolo 92, e se fosse coerente con le sue dichiarazioni al momento dell'incarico di appartenenza ribadita all'Unione europea, quel nome a Mattarella non dovrebbe proprio proporlo». La speranza del Quirinale, insomma, è che a dire di no sia il premier incaricato.

Un problema per Conte. Se seguisse lo schema Mattarella ne uscirebbe indebolito e inizierebbe il suo mandato con il piede sbagliato per quanto riguarda i rapporti con la Lega. Ma un problema anche per Salvini, che ieri ha spiegato ai suoi come la gestione della vicenda Savona debba restare al Carroccio. La scelta dei ministro è una questione che compete, come responsabilità, alla segreteria di via Bellerio.

Sergio Mattarella avrebbe proposto alla maggioranza di spostare Savona su un altro ministero. Non al dicastero dell'Economia che nel governo è il principale interlocutore della Commissione europea.

Salvini per ora non ha ceduto e ieri, dopo il vertice con Di Maio, ha dato mandato al premier incaricato di trovare una mediazione con il Quirinale per dare il via libera a Savona. Se il prossimo ministro non sarà quello scelto dalla Lega, Salvini avrà certificato una posizione meno rilevante rispetto a quella del M5s.

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