I pediatri le chiamano «mamme acrobate», sei milioni di donne che fanno i salti mortali tra famiglia e lavoro, e l'assenza di aiuti alle madri (e ai papà che scelgono di occuparsi dei figli) è uno dei motivi che ha regalato all'Italia la maglia nera delle nascite nell'intera Unione europea, in un'Europa che non si distingue certo per prolificità. Negli ultimi due anni a colpire duro è stata anche la pandemia. Così, secondo l'Istat e a meno di inversioni di tendenza, nel 2050 gli italiani saranno 5 milioni in meno e nel 2070 addirittura 12 milioni in meno. Attualmente la popolazione del Paese consta di 59 milioni di persone.
Eppure si intitola «Si può fare», titolo incoraggiante per le coppie e gradito al Papa, la seconda edizione degli Stati Generali della Natalità, da dove è arrivato l'appello di Francesco «a non arrendersi, a non girarsi dall'altra parte, pensando che i problemi siano sempre complessi e che non si possa fare nulla» contro questa «povertà tragica, perché colpisce gli esseri umani nella loro ricchezza più grande». Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha ricordato che «affrontare la crisi favorendo la famiglia è responsabilità delle istituzioni a tutti i livelli, come prescrive l'articolo 31 della Costituzione, che ci richiama alla tutela della maternità, dell'infanzia e della gioventù».
I dati dell'Istat colpiscono perché la mancanza di nuovi nati determina conseguenze negative per tutti: con 5 milioni di abitanti in meno (dei quali 2 milioni giovani) in Italia solo poco più di una persona su due sarebbe in età da lavoro, con un 52 per cento di persone tra i 20 e i 66 anni che dovrebbero provvedere sia alla cura e alla formazione delle persone sotto i venti anni (ridotte al 16 per cento), sia alla produzione di adeguate risorse per il mantenimento e l'assistenza ai pensionati (32 per cento).
Se nel 2021 le nascite sono state poco meno di 400mila (con una leggera ripresa nell'ultima parte dell'anno), il 2050 dovrebbe portare 298mila bebè. Un baby boom può essere aiutato con sostegni alle famiglie e ai genitori che lavorano, con una tassazione più equa, con asili e baby sitter a disposizione di tutti. «Politiche concrete, come chiede il Papa, che uniscano «imprese, banche, associazioni, sindacati, sportivi, attori, scrittori, politici, tutti insieme per riflettere su come ricominciare a sperare nella vita».
Per
restare nel concreto, Blangiardo aggiunge un elemento di ottimismo: «La logica del bonus non ha funzionato e direi che dobbiamo superarla. Però l'assegno unico, che non è un bonus, è un primo passo piuttosto importante».
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