Indiscrezioni a parte, le frasi del professor Marco Ponti, economista esperto nel campo dei trasporti, coordinatore della commissione sull'analisi costi-benefici delle grandi opere scelta dal ministro Danilo Toninelli, sono inequivocabili. Il docente, autore di una serie di libri dall'impronta No-Tav, lunedì in un'intervista a Repubblica ammetteva: «Io sono un tecnico, ho un atteggiamento scientifico. Quando ho scritto quei libri i dati che avevo in mano dicevano che l'opera non era conveniente». In uno dei suoi ultimi testi, «Sola Andata: Trasporti, grandi opere e spese pubbliche senza ritorno», uscito a giugno dell'anno scorso, il capo del pool di Toninelli teorizzava una sostanziale scomparsa delle ferrovie per fare spazio al trasporto su gomma, considerato l'unico futuro possibile. E tutta l'impalcatura delle tesi di Ponti è suffragata, nel libro, da una serie di analisi costi-benefici. Quei «dati» che sconsigliavano di mettere mano all'alta velocità Torino-Lione. Ecco i precedenti che spiegano la poca sorpresa con la quale molti, nei Palazzi, hanno accolto l'indiscrezione dell'agenzia Bloomberg: l'analisi commissionata dal governo per valutare la Tav avrebbe portato alla bocciatura del progetto, giudicato non economicamente sostenibile. Bloomberg, inoltre, cita «due fonti vicine al dossier» e parla di «grossa vittoria per il Movimento Cinque Stelle».
Sarebbe stato raggiunto, quindi, l'obiettivo di una bocciatura della Tav da parte della commissione - Toninelli, organismo non costituito ufficialmente ma gruppo di consulenti esterni della struttura tecnica di missione in seno al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Una struttura formata da sei esperti di grandi opere, dei quali cinque apertamente contrari alla Tav. «Quattro li ho scelti io» ha spiegato nei giorni scorsi Marco Ponti. Uno dei componenti è Riccardo Parolin, socio fondatore proprio insieme a Ponti della società di consulenza Trt Trasporti e Territorio, specializzata in economia e pianificazione dei trasporti. Ma anche gli altri tre membri No-Tav sarebbero legati a vario titolo alla Srl fondata e presieduta da Ponti.
A stoppare la ridda di dichiarazioni che stava per scatenarsi è intervenuto il ministro Toninelli con una nota. «Di fronte alle indiscrezioni di stampa odierne, smentisco che sia stata completata l'analisi costi-benefici sul Tav Torino-Lione - ha spiegato il titolare del Mit - Quando sarà effettivamente portata a termine e sarà stata condivisa con gli interlocutori interessati, sarà naturalmente pubblicata, in ossequio a quel principio di trasparenza che abbiamo sempre osservato». Una smentita che non entra nel merito della questione e dà fiato alle trombe di chi, sin dall'inizio, era convinto della bocciatura e del conflitto d'interessi ideologico della commissione.
L'organo è assolutamente «informale» ed è questo l'appiglio al quale potrebbero aggrapparsi i tifosi della Tav interni alla maggioranza. Ovvero la Lega di Matteo Salvini al gran completo. Il leader del Carroccio ha sempre detto a chiare lettere di essere favorevole all'opera: «Tifo Sì per la Tav», e ha aperto anche a una strada alternativa alla valutazione costi benefici: «Se non arrivano risposte dall'analisi, sarebbe possibile un referendum». E ieri Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e vice segretario della Lega, ha tenuto il punto: «All'interno del Governo la Lega rappresenta l'anima di quelli che vogliono queste opere, come la Tav, che riteniamo indispensabile.
L'accordo di Governo prevede che ci sia un monitoraggio e un'analisi costi-benefici che sta arrivando al suo punto di caduta - ha spiegato Giorgetti, concludendo - Io tifo affinché l'opera vada avanti ma prenderemo atto dell'esito dell'analisi che sta conducendo il Mit».
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