"Quella sulle unioni civili è una legge importante come altre venti". È bastata questa frase di Alessandro Di Battista, nel corso di un'intervista rilasciata a La Stampa, per far imbufalire tutto il Partito Democratico.
Debora Serracchiani, vice segretario del Pd, lo attacca su Twitter:"Sulle unioni civili Di Battista conferma cinismo #M5S" e poi aggiunge: "I diritti delle persone e i loro affetti sono merce senza valore #dietrofront5s". Matteo Orfini, presidente del Pd, 'cinguetta':"Dice Di Battista che il ddl Cirinnà è una legge come le altre. Per noi non è così: sui diritti non si gioca. Sta tutta qui la differenza". Il deputato renziano Andrea Romano attacca Di Battista tirando in ballo anche i vertici del Movimento: "Per lui e per il partito azienda di Casaleggio, l'unico obiettivo era quello di affossare la legge, impedire che fosse approvata, solo perchè proveniva dal Pd. Grazie Di Battista, ancora una volta ci hai spiegato e confermato che come al solito prendete in giro il Paese e gli italiani e rispondete solo alla coscienza e anche agli interessi economici della Casaleggio & Associati".
Il capogruppo dei deputati dem, Ettore Rosato, invece, difende il suo omologo al Senato, Luigi Zanda, definito dal membro del direttorio pentastellato "un parruccone della politica"."Se Di Battista avesse letto solo la metà dei libri che ha letto Zanda, - ha attaccato Rosato - o avesse un quarto della sua sensibilità e delle sue competenze, non avrebbe mai rilasciato un'intervista come quella di oggi. Mai un politico, che tale vuole essere, parlerebbe di una legge che dà diritti a chi non li ha come una cosa da nulla, o tuttalpiù uno strumento per fare sgambetti politici". Anche il senatore Stefano Esposito, su Twitter, non va per il sottile: "La solida cultura di destra di #DiBattista emerge in tutto suo 'splendorè. Altro che diritti questi son fascisti".
Subissato dalla critiche, Di Battista replica nel pomeriggio, durante un videoforum su Repubblica.it, precisando le sue parole:"Dire che è importante come altre 20 leggi sembra dire che è poco importante. Ma non è così, anzi, al contrario". Ma nessuna retromarcia sul 'canguro': "Noi mettiamo i nostri voti a disposizione della legge non del governo e del Pd. Sia chiaro".
Parole che, però, continuano a non piacere alla comunità Lgbt che, su proposta di Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, lancia il #novotogayacinquestelle in quanto 'l'affermazione menefreghista di Di Battista' è segno che "e è segno che al Movimento di Grillo interessa solo fare giochi di palazzo e inserirsi nella spaccatura del Pd sulla legge e non portare a casa una riforma storica, che come tutte le riforme sui diritti, non si fa con la lavagnetta ma con la politica e la cultura della democrazia e della libertà. Se questa continuerà ad essere la posizione dei grillini a partire dalle amministrative di Roma sarà campagna per non votarli".
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