Super green pass e obbligo di vaccino per tutti i professori

Governo al lavoro sul piano per evitare altre chiusure: "Premiare gli immunizzati"

Super green pass e obbligo di vaccino per tutti i professori

Un super green pass per premiare chi si è vaccinato, non per penalizzare chi non lo ha fatto. È la strada scelta dal governo per frenare la quarta ondata, scongiurando restrizioni e chiusure a ridosso del Natale. Ma sono diversi gli scenari, più o meno rigidi, di cui si discute tra Palazzo Chigi e il ministero della Salute in vista del decreto in arrivo in settimana. L'ipotesi di rendere obbligatorio il vaccino per tutti, come in Austria, al momento resta nel cassetto, pronta ad essere riconsiderata in caso di aggravamento della situazione. L'obbligo potrebbe limitarsi ad alcune categorie professionali, come ha suggerito il coordinatore del Cts, Franco Locatelli. In particolare quelle che assistono o sono a contatto con il pubblico, come insegnanti e personale Ata. Nonostante oltre il 92% dei lavoratori della scuola sia vaccinato, si rende necessaria una dose booster per mantenere alti gli anticorpi. L'obbligo per loro dovrebbe dunque riguardare il richiamo. Ma anche le forze dell'ordine e i dipendenti della pubblica amministrazione, in particolare chi lavora agli sportelli, saranno probabilmente tenuti a fare la terza puntura. Una misura che dovrebbe andare di pari passo con l'anticipo della terza dose, da somministrare a 5 mesi dalla seconda. Sicuramente il decreto prevederà l'obbligo di terza dose per i medici e il personale sanitario e della Rsa, che essendo stati tra i primi a immunizzarsi si trovano ora con una minore protezione dal virus, nonostante siano maggiormente esposti.

Domani a palazzo Chigi è in programma l'incontro con le Regioni, che alla luce dell'aumento dei casi spingono per misure più severe nei confronti dei non vaccinati. Vogliono scongiurare le chiusure previste per le zone gialle e arancioni, evitando di penalizzare chi si è immunizzato. Questo attraverso un rafforzamento del green pass, già da dicembre. «Chi ha il vaccino o è guarito ha accesso a tutta la vita sociale, cinema, bar, palestre, tempo libero, pranzi, e quindi è una spinta alla vaccinazione. Chi invece non ha il vaccino ma ha solo il certificato legato al tampone subisce i vincoli del cromatismo, qualora si dovesse manifestare. In maniera tale che il costo della chiusura ricada su chi ha fatto la scelta della non vaccinazione», spiega il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Si sta discutendo se seguire il «modello 2G» tedesco nelle sole regioni arancioni, escludendo cioè da tutte le attività sociali chi non è vaccinato o guarito, o se prevederlo su tutto il territorio nazionale, a prescindere dall'incidenza dei contagi e delle ospedalizzazioni. I tamponi negativi avrebbero cioè validità solo per accedere al posto di lavoro. A meno che - ma è un'ipotesi troppo stringente per essere presa in considerazione in questa fase, quasi un obbligo vaccinale - non si decida di rilasciare il green pass solo ai vaccinati e ai guariti anche per andare a lavorare. Dopo la cabina di regia in programma giovedì, si terrà il Consiglio dei ministri per dare forma al decreto che rafforzerà il green pass, lasciando di fatto che siano solo i No Vax a dover subire le limitazioni di eventuali cambi di colore delle regioni. «Se oggi una minoranza del nostro Paese che non si è vaccinata è potuta tornare alla normalità, è grazie alla stragrande maggioranza che si è vaccinata. Credo che non sia giusto che chi si è immunizzato continui a subire ulteriori misure restrittive», dice a Sky TG24 il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. Sarà modificata anche la validità della certificazione. Dopo che anche gli ultimi studi dell'Iss hanno dimostrato che la protezione del vaccino cala dopo sei mesi dall'ultima somministrazione, il pass non durerà più un anno ma 9 mesi. Non essendo al momento allo studio limitazioni per i lavoratori, i No Vax potranno continuare a ottenere il certificato facendo i tamponi, anche se dovrebbe cambiare la validità dei test.

È uno dei nodi più discussi, perché c'è chi spinge per eliminarli dalle modalità per il rilascio del pass. È probabile che si arrivi a un compromesso e che venga solo ridotta la durata (48 ore per il molecolare e 24 per l'antigenico).

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