Forza Italia valuta la mossa di un emendamento, in sede di conversione in legge, per rinviare lo stop alla cessione dei crediti, riferiti al superbonus 110, introdotto con il decreto legge n. 11 del 16 febbraio 2023 approvato dal governo Meloni.
Il provvedimento, licenziato dall'esecutivo, prevede la fine delle cessioni dei crediti di tutti i bonus fiscali, a partire ovviamente dal superbonus. Il correttivo su cui stanno lavorando gli uffici legislativi di Fi sarebbe limitato alla cessione dei crediti maturati con il superbonus.
L'impianto del decreto, nella parte in cui blocca sul nascere le operazioni di acquisto di crediti da parte di Regioni e altri enti pubblici, rimarrebbe immutato.
La decisione del governo di sospendere la cessione dei crediti fa vibrare il fronte della maggioranza: Forza Italia mette agli atti il proprio dissenso. Ma all'interno dello stesso partito azzurro si apre una spaccatura tra i gruppi parlamentari e la delegazione di governo che avrebbe dato il via libera al provvedimento. Contro la spinta di Fi si schiera il fronte Lega-Fdi che oppone i numeri messi sul tavolo del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: la misura non è più sostenibile. I margini di intervento, anche per l'emendamento a cui lavora Fi, sono ristrettissimi. Però la tensione resta alta.
Il superbonus si conferma dossier caldo e divisivo per la maggioranza. Nella Lega, per ora, prevale la linea giorgettiana. Ma i malumori non mancano. E soprattutto sale il pressing sui governatori del Carroccio da parte delle imprese che chiedono la modifica.
Nel fronte di Fratelli d'Italia nessun passo indietro: «vanno salvaguardati i conti», è la linea. E pare che a benedire il provvedimento sia stato anche il Quirinale, tenuto a garantire la tenuta dei conti dello Stato. Forza Italia però non si dà per vinta: «Serve un confronto parlamentare e il governo non deve mettere la fiducia. Serve una nuova norma che introduca incentivi ragionati e studiati, non possiamo lasciar morire un settore fondamentale dell'economia» - avverte il deputato azzurro Erica Mazzetti, membro della commissione Ambiente. Più conciliante la posizione del senatore Maurizio Gasparri: «Dobbiamo evitare danni ai conti pubblici causati da norme demagogiche sbagliate fatte dai grillini e dal Pd, ma dobbiamo anche salvaguardare le imprese».
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si difende dagli attacchi grillini: «Il Movimento 5 Stelle accusa Forza Italia di viltà ed incoerenza nella questione superbonus: Lasciamo perdere, la responsabilità di ciò che accade è del governo Conte. Del Governo dei 5S, sono loro che non sono stati capaci a risolvere i problemi. La responsabilità è quella, siamo stati costretti a fare così». Mentre dai meloniani il ministro Francesco Lollobrigida getta acqua sul fuoco: «Non vedo un grande caso. Il superbonus così come è stato strutturato, cambiato in corso d'opera. E io ricordo le dichiarazioni molto forti di Draghi il 22 luglio dello scorso anno, che imputò a questa cessione dei crediti un vero e proprio disastro. Lo fece da analista politico in quella fase ma certamente esperto di numeri e noi oggi ci troviamo in una situazione che dobbiamo riparare».
Intanto in Parlamento arriva una mozione, a firma di Mazzetti, che impegna il governo a trovare soluzioni sullo sblocco dei crediti e ad adottare nuovi provvedimenti per il rilancio delle politiche di efficientamento energetico e sismico degli edifici. La mozione è stata calendarizzata per il prossimo 27 febbraio.
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