Il surreale allarme sul pericolo fascista

Il fascismo, prima di tutto, non appartiene alla cultura del Paese che più di qualunque altro ha combattuto sui campi di battaglia Hitler e Mussolini

Il surreale allarme sul pericolo fascista
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Tra i tanti tic della sinistra globale e globalizzata a essersi schiantati contro il muro del trumpismo, ce n'è uno che riguarda in particolare le vicende di casa nostra. In un certo senso è un frutto del made in Italy, un prodotto da esportazione. Kamala Harris e i suoi, durante la sfrenata e vagamente selvaggia campagna elettorale per la Casa Bianca, hanno rotto un tabù. Sia chiaro: un tabù solo per gli Stati Uniti, alle nostre latitudini politiche siamo abituati da sempre a questi colpi sotto la cintola. Ma per l'America delle libertà e del free speech si è trattato di una novità assoluta: mai un candidato alla presidenza (e per giunta ex presidente) era stato accusato apertamente di fascismo.

Perché il fascismo, prima di tutto, non appartiene alla cultura del Paese che più di qualunque altro ha combattuto sui campi di battaglia Hitler e Mussolini. Ma anche perché è sempre sembrata una accusa talmente iperbolica da non essere utilizzabile nell'arsenale delle contropropagande elettorali. Fino a pochi mesi fa. Fino a quando il sorpasso di Trump non è sembrato reale e concreto.

Ma sarebbe bastato dare un'occhiata dalle nostre parti per comprendere che gridare al pericolo di fascismo - in modo gratuito e in circostanze totalmente fuori luogo -, non solo è controproducente e a tratti blasfemo, ma è anche un pessimo segnale di salute per chi lancia quell'allarme ingiustificato. È l'ultima pallottola spuntata di chi ha terminato le munizioni e, soprattutto, gli argomenti. Non è una teoria, ma la prova empirica degli ultimi trent'anni abbondanti di cronaca politica italiana. E, come tutti i fenomeni che accadono in America, nel bene o nel male, vengono moltiplicate sia le dimensioni che gli effetti. Così all'allarme contro l'improbabile deriva fascista è seguita una vastissima mobilitazione di star, cantanti, attori e intellettuali engagé.

E alla surreale mobilitazione per l'inesistente pericolo è

seguito un maiuscolo chissenefrega da parte degli elettori americani, che nelle urne hanno smascherato la farsa. Negli Stati Uniti come in Italia l'invenzione della deriva nera si è trasformata in un boomerang per la sinistra.

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