Suwalki, le grandi manovre dell'Alleanza. Nel corridoio l'Ue si prepara alla guerra

La striscia di terra tra Lituania, Polonia e Kaliningrad ospita la più imponente esercitazione militare degli ultimi 30 anni

Suwalki, le grandi manovre dell'Alleanza. Nel corridoio l'Ue si prepara alla guerra
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Che il termometro della tensione tra Mosca e l'Alleanza atlantica avesse raggiunto temperature sempre più roventi, all'estremo confine orientale della Polonia era già chiaro da mesi. Le vicende del mondo spesso si scrutano prima alle frontiere, sfuggono dal centro. E ora che alcuni Paesi della Nato si dicono disposti a mostrare i muscoli fornendo uomini in aiuto a Kiev direttamente al fronte, quello che si sta consumando da mesi nel cuore dell'Europa appare più chiaro.

«Dragon 24» - la più imponente delle esercitazioni militari in Europa dalla fine della Guerra Fredda - si cristallizza in una vallata tra sterminate campagne coltivate a patate, terreni incolti e affluenti del fiume Vistola, a distanza dal piccolo centro rurale di Orzysz. A 60 chilometri dall'enclave russa di Kaliningrad, l'intera comunità ruota tutta intorno alla grande base della Nato che qui ha messo radici. La prima scena del paese ne fa la cartolina: un'anziana attraversa le strisce pedonali reggendosi ad una bicicletta, mentre sbuca un blindato con un soldato sulla torretta che si guarda intorno. Se ne susseguono altre: i bambini che escono dalla scuola fanno lo slalom tra decine di camionette e autocarri militari, mentre i tank sfrecciano ai piedi di una statua di Giovanni Paolo II. Nessuno sembra farci caso, è la quotidianità. In paese tutti sanno dove i soldati di un pezzo di mondo si addestrano per combattere quelli dell'altro pezzo, ma nessuno ne rivela il luogo.

Bisogna allora attraversare a piedi per alcuni chilometri i fitti boschi - un'enorme zona militare interdetta ai civili - prima che finalmente si apra la vallata. Poi, ecco l'esercitazione in corso: cingolati che solcano le sponde, soldati che mirano a sagome nemiche, tutt'intorno una babilonia di mezzi militari che sfrecciano in ogni direzione. All'inizio dell'anno sono arrivati in 20mila, poi sono diventati 50mila, alla fine sono stati mobilitati 90mila soldati provenienti da 32 Paesi diversi. Italia compresa. Un esercito da conflitto massiccio. È qui che la Nato si sta preparando alla guerra in Europa. Pare di essere già nelle viscere del conflitto, a tratti ci si sente un obiettivo. Ecco perché qualche manciata di minuti è il limite di tempo necessario prima di rituffarsi nella selva polacca. Lo scopo, d'altronde, è chiaro: preparare le truppe a spostarsi il più rapidamente possibile dall'Europa occidentale al confine tra Polonia e Bielorussia, per evitare che una forza nemica penetri nel territorio dell'Alleanza. E il luogo non è casuale. Il timore diffuso è che Mosca possa impadronirsi del cosiddetto «corridoio di Suwalki», la striscia di terra lunga solo 100 chilometri che collega Kaliningrad alla Bielorussia e separa gli Stati baltici dalla Polonia. Qualche tensione c'era stata già nel 2014, dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia. Ma il mirino è tornato su Suwalki dopo che la Lituania ha dato seguito alle sanzioni vietando il transito ferroviario di alcune merci russe a Kaliningrad. «Non abbiamo molta paura», dice interpretando un sentimento popolare la cassiera di un minimarket di Orzysz a due passi dal piccolo museo su Micha Kajka, poeta e attivista polacco della Masuria, che qui morì nel 1940.

Si batté per indire un plebiscito per decidere se passare alla Polonia o rimanere alla Germania, poi i comunisti sovietici occuparono la regione ed espulsero tutti i cittadini tedeschi. Forse anche per questo, eternamente a ridosso di due mondi, qui si resta fatalisti.

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