In Svezia vince lo stallo. Pure Kristersson fa flop

Il leader moderato rinuncia all'incarico Nessuno vuole allearsi con gli estremisti

In Svezia vince lo stallo. Pure Kristersson fa flop

A cinque settimane dalle elezioni dello scorso 9 novembre la Svezia non ha ancora un governo. O meglio, resta ancora in carica quello del primo ministro in carica, Stefan Löfven, che grazie allo stallo ha superato i quattro anni netti di governo ed è diventato il dodicesimo premier più longevo della storia del Paese. Ieri il premier incaricato Ulf Kristersson, leader dei NyaModeraterna (conservatori moderati), a cui era stato affidato l'incarico di formare il nuovo governo, ha gettato la spugna nell'impossibilità di trovare una quadratura del cerchio, e ha annunciato di rinunciare all'incarico. Anche se ha poi aggiunto «per il momento», ciò che fa pensare che per lui la strada che porta al governo della Svezia non sia sbarrata definitivamente. Il presidente del Parlamento Andreas Norlen avvierà oggi un terzo round di consultazioni con i leader delle forze politiche.

La situazione si è creata a causa del grande successo cinque settimane fa dei Democratici svedesi, una formazione che a onta del nome è di estrema destra, e che ha ottenuto il 17,63 per cento dei voti e 63 seggi (sui 349 del Riksdag, il parlamento unicamerale di Stoccolma) diventando l'ago della bilancia dei negoziati per la formazione del nuovo governo. Nessuno dei due blocchi, quello moderato e quello di centrosinistra, ha la maggioranza dei seggi. E nessuno vuole allearsi con il partito di Jimmie Åkesson.

Il blocco di centrosinistra del premier uscente Löfven (De Rödgröna) può contare su un totale di 144 seggi rispetto a una maggioranza richiesta di 175. A 100 seggi del Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Svezia si aggiungono i 28 del Partito della Sinistra e i 16 dei Verdi. L'alleanza di centrodestra (Alliansen) invece può contare su 143 seggi: i 70 del Partito Moderato di Kristersson, i 31 del Partito di Centro, i 22 dei democratici Cristiani e i 20 dei Liberali. Un primo incarico era stato affidato inizialmente a Löfven, che però non era riuscito a far approvare al parlamento un gabinetto di minoranza come quello uscente.

Poi l'incarico a Kristersson, che venerdì aveva lanciato un'ultima disperata proposta, un governo di minoranza del suo partito con l'appoggio esterno di altre forze politiche, ma l'idea non ha fatto proseliti. Molti analisti continuano a pensare comunque che l'unica soluzione sia un'alleanza «maledetta» tra i moderati di Kristersson e gli eretici di Åkesson.

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