"Svolta a Londra ma non facciamo paragoni con l'Italia Macron? Micron..."

Il presidente del Senato: "Non credo che Le Pen avrà la maggioranza"

"Svolta a Londra ma non facciamo paragoni con l'Italia Macron? Micron..."
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Ignazio La Russa è uno dei decani della politica italiana. Ha iniziato a fare politica negli anni Sessanta, ed è ancora nell'agone. Ha visto scorrere tanta acqua sotto i ponti: Moro, Berlinguer, Almirante, Craxi, De Gaulle, Mitterrand, Thatcher, Blair, Kennedy, Reagan, Clinton, Berlusconi. Oggi fa il presidente del Senato ed è molto legato alle istituzioni. Ma la sua passione resta quella di sempre: la politica in tutte le sue forme. Gli chiediamo di lasciare da parte per mezz'ora la lotta e di dedicarsi all'analisi.

Presidente, che tonfo per la destra inglese. Di chi è la colpa?

«C'è una regola in democrazia che non è scritta ma non la si può aggirare: é la regola dell'alternanza. Dopo quattordici anni di governo, sempre dello stesso partito, i lati positivi decrescono, nell'opinione del popolo, a favore di un desiderio di cambiamento. Certo poi si valutano le varie opzioni che sono sul campo. Gli elettori fanno questo».

Ha visto in questo risultato più una sconfitta della destra o una vittoria della sinistra? Esaminando il risultato si scopre che Starmer ha preso meno voti di quelli che prese il suo predecessore alla guida del Labour, cioè Corbyn, che però fu sconfitto.

«Innanzitutto le voglio dire che il concetto di destra e di sinistra che hanno in Inghilterra non assomiglia alla nostra idea di sinistra e di destra. Attenzione a non fare paragoni con l'Italia. Credo che le due cose - sconfitta dei tories e vittoria del labour - siano concause fifty-fifty del risultato, come succede sempre in questi casi»

La vittoria di Starmer sarà una svolta per l'Inghilterra come lo fu, nel 1979, la vittoria della Thatcher?

«Questo lo vedremo. Oggi non si può dire. Comunque la luna di miele sarà lunga con una vittoria del genere».

Ma una svolta ci sarà?

«Sì. certo. Una svolta già c'è»

Secondo lei il risultato inglese peserà sul secondo turno delle elezioni francesi?

«Assolutamente no. Il risultato inglese era prevedibile e previsto. Non c'è nessuna somiglianza tra lo scontro elettorale in Gran Bretagna e quello in Francia. In Inghilterra la battaglia è aperta senza preclusioni e demonizzazioni. Lontanissima dalla battaglia francese dove la sinistra demonizza la destra in un clima che francamente io reputo poco democratico. L'obiettivo della sinistra francese è quello di non fare prevalere una volontà chiaramente espressa dagli elettori al primo turno».

Prevede che la Le Pen riuscirà ad avere la maggioranza assoluta o almeno riuscirà a formare una maggioranza coi gollisti?

«Io temo di no, ma spero di sì»

Come giudica il fronte popolare messo assieme da Mélenchon?

«Il fronte popolare, nel quale non importa che ci siano compatibilità tra le varie forze che lo compongono. Più che un fronte popolare è un fronte del no. Questo può assomigliare a qualcosa che si cerca di fare in Italia».

Di Macron che pensa?

«Di Macron o di Micron?»

Cosa si aspetta dalle elezioni negli Stati Uniti?

«Io credo che Biden rinuncerà. Penso che i democratici stiano solo cercando di capire qual è il momento migliore per annunciare il cambio e provare a sconfiggere Trump. Anche lì c'è un tentativo di non fare prevalere il giudizio libero degli elettori, cioè la loro capacità di scegliere tra repubblicani e democratici; ma di mettere dei paletti invalicabili. Attenti al barbaro! Lo stesso meccanismo che scatta in Francia e che vorrebbero far scattare da noi: quello è il male. Io invece non ho nessun pregiudizio verso Trump».

Secondo lei sarà Kamala Harris a sfidare Trump?

«Non so. Se sarà lei perderà. Io però credo che ci sarà un candidato democratico a sorpresa».

La vecchia Europa sconfitta cerca vendetta sulla Meloni?

«Non è vendetta. E' conservazione dei privilegi, del potere, delle posizioni dominanti. Non credo che odino le Meloni. A parte le posizioni ideologiche degli ultrà. Semplicemente vogliono mantenere lo status quo. E a questo tentativo si sta piegando anche il partito popolare».

Come ha giudicato il discorso sull'assolutismo della maggioranza pronunciato l'altro giorno dal Presidente Mattarella?

«Da presidente del Senato, io il presidente della Repubblica lo ascolto, non lo giudico».

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