«Non c'è Salvini, c'è Salvini che è parte di una squadra con centinaia di brave persone. Abbiamo creato dei Dipartimenti, è un momento in cui la società ha bisogno di risposte precise. Non credo al partito di plastica, alla piattaforma Rousseau e al partito spot, credo ai consiglieri comunali e regionali. Ci stiamo organizzando paese per paese. Quindi ci stiamo organizzando come un partito vecchia maniera». A due giorni dal voto il Matteo Salvini sente il bisogno di cambiare l'assetto della sua Lega, segno che il numero dei consiglieri regionali leghisti sarà pure aumentato, ma non tutto è girato nel verso giusto nelle urne e il primo a prenderne atto è proprio il capo. Le decisioni sono state prese durante una riunione a Roma con i coordinatori regionali del Carroccio. La novità è che Salvini non sarà più l'uomo solo al comando ma avrà una segreteria politica, un struttura di raccordo tra il leader e i capi dipartimento nella definizione dell'indirizzo politico del partito. Un consiglio ristretto che avevano già avuto Bossi e anche Maroni. «Io più delego, più son contento» spiega Salvini a Porta a Porta. I nomi dei leghisti che lo comporranno sono ancora in via di definizione, ma è probabile che Susanna Ceccardi, la candidata sconfitta in Toscana ma con un risultato di tutto rispetto, avrà un ruolo («Susanna sarà una delle nostre fondamenta della Lega che cresce...» dice il segretario), così pure gli attuali vicesegretari e colonnelli di fiducia: Lorenzo Fontana, Andrea Crippa, Giancarlo Giorgetti e altri. Dal partito sottolineano però che non si tratta affatto di un ridimensionamento del ruolo del capo: «Salvini non sarà affiancato. Ci saranno i capi dipartimento (che seguiranno temi specifici) e una segreteria politica che recepirà l'indirizzo politico del leader» spiegano fonti vicine a Salvini. La mossa però si spiega con il calo di voti registrato alle regionali e con le critiche interne alla Lega sulla poca collegialità delle decisioni del capo, che si confronterebbe solo con un suo «cerchio magico».
La riorganizzazione del partito è iniziata dopo il congresso federale che, a fine 2019, ha avviato il progressivo passaggio di tutti organi del partito dalla Lega Nord alla Lega Salvini premier. Dopo la sconfitta in Emilia-Romagna il segretario leghista ha poi accelerato il processo avviando la nomina dei responsabili dei dipartimenti tematici, che si è conclusa a primavera. Durante la riunione fiume ieri a Roma è stato fatto un bilancio del voto amministrativo con tutti i coordinatori regionali. Salvini ha ribadito la volontà di aprire alla società civile e, in futuro, a candidati di «rinnovamento». Il riferimento è ai due candidati in Campania e Puglia, cioè Caldoro e Fitto, che Salvini aveva sempre contestato. La sconfitta, amara per la Lega soprattutto in Puglia, ha confermato i dubbi e rafforzato in Salvini la decisione di procedere in maniera diversa nei prossimi sfide elettorali. «Abbiamo perso. Molto sommessamente, ho provato a spiegare agli amici del centrodestra che, probabilmente, pugliesi e campani ci chiedevano candidature nuove, coinvolgenti. Ne ho parlato con la Meloni, ma non sono uno di quelli che quando vince, vince lui e quando perde, perdono gli altri. Mi prendo la mia quota di responsabilità» spiega Salvini.
D'ora in poi i candidati del centrodestra, promette, verranno scelti con altri criteri: «Per le comunali dell'anno prossimo, visto che si vota a Milano, Roma, Torino, a Napoli, bisogna fare tesoro degli errori commessi alle regionali e proporre candidature nuove, non di 30 anni fa».
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