Tabù di maggioranza e problemi di copertura: le 102 proposte di Colao saranno al massimo tre

Si ragiona su fisco e pagamenti elettronici. Bocciati invece condoni e contratti a termine

Tabù di maggioranza e problemi di copertura: le 102 proposte di Colao saranno al massimo tre

C'è già chi scommette che alla fine, a parte qualche micro intervento, delle 102 schede che compongono il piano Colao rimarrà una unica misura. Al massimo due. Il rinvio dei versamenti delle tasse, la tagliola di giugno che attende i contribuenti e che da più parti si chiede di rimandare a dopo l'estate. Poi la lotta al contante. Per il resto il piano della task force presenta più di un problema. Problemi politici innanzitutto. Tante proposte sarebbero state bene in un programma di centrodestra, come hanno sottolineato ieri sia Lega sia Forza Italia.

La sospensione dei limiti ai rinnovi dei contratti a termine, per consentire ai datori di confermare i dipendenti, perlomeno ora che la crisi si fa sentire, è misura di buon senso. Ma tocca un nervo scoperto della maggioranza, la sopravvivenza del decreto dignità fortemente voluto dal M5s nel primo governo Conte, che Pd e Italia Viva vorrebbero rivedere. Tra i punti che hanno attirato l'attenzione del governo (e il plauso delle opposizioni di centrodestra), c'è poi la revisione integrale del codice degli appalti prevedendo un «canale efficiente per le opere strategiche». Non si cita il modello Genova, ma l'ispirazione è quella. A giorni il governo dovrebbe varare un decreto sulle semplificazioni che modificherà il codice, ma i nodi politici non sono stati sciolti. Le indicazioni di Colao, insomma, hanno ottime probabilità di rimanere lettera morta.

Senza speranza le sanatorie del lavoro nero e del contante. Vero che fanno parte del programma di Italia Viva, ma la voluntary disclosure fa anche parte delle misure che i Cinque stelle hanno sempre combattuto.

Lo scudo penale per le aziende è altrettanto problematico. Ma una soluzione politica al rischio che i datori siano chiamati a rispondere dei dipendenti infettati dal Covid è richiesta da più parti. Un decreto del governo, sostenuto dalla giurisprudenza, di fatto equipara l'infezione da coronavirus a un infortunio sul lavoro.

Tra le proposte che hanno attirato attenzioni, non benevole, da parte del centrodestra c'è sicuramente la rinegoziazione dei contratti di locazione di immobili commerciali. Una «ripartizione» del rischio tra conduttore e locatario. Non si esclude una «soglia», quindi un tetto all'affitto oppure si suggerisce uno sconto Imu e Tari per proprietari e affittuari nel caso di un canone concordato. «Al confronto le legge sull'equo canone del 1978 era liberale», ha commentato il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa.

Misura impopolare, quindi. Ma soggetta anche a obiezioni contabili, visto che i comuni si vedrebbero sottrarre un'altra fonte di finanziamento.

Problema comune a molte delle misure suggerite dalla task force guidata da Vittorio Colao. La maggior parte delle misure sono di spesa, anche se la maggior parte non per importi rilevanti.

Difficile inoltre trovare una collocazione per le proposte contenute nelle 102 schede, se non nel decreto Semplificazioni in arrivo oppure negli emendamenti al decreto Rilancio, per i quali ci sono risorse limitate e che sono presidiati dalla maggioranza.

Le uniche misure che prevedono nuove entrate sono, in via teorica, quelle che si prefiggono la lotta all'evasione fiscale. C'è un maggiore ricorso alla compliance fiscale.

Poi la lotta al contante. Che è uno dei capitoli ai quali il governo potrebbe in qualche modo ispirarsi. Ne aveva parlato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri giorni fa. E nelle raccomandazioni della Commissione europea c'è generalmente un passaggio (sicuramente più pesante dal punto di vista politico del rapporto con le «Iniziative per il Rilancio» stilato dalla Tak force) sull'incentivazione della moneta elettronica.

Le proposte del gruppo di lavoro insediato dal premier Giuseppe Conte propone una azione politica, verso l'Europa per vietare le banconote con tagli superiori ai 100 euro. Improbabile. Poi l'incentivazione dei pagamenti elettronici con deduzioni/detrazioni e lotterie, ma anche con misure molto più drastiche rispetto a quelle allo studio del governo.

In particolare una trattenuto del 5% sui prelievi cash sopra un «limite fisiologico».

La soluzione del governo sarà meno dura.

Anche perché, come ha certificato ieri l'Istat, la spesa media degli italiani nel primo quarto dell'anno sono crollati del 4%. Escludendo le spese alimentari del 12%. Non è il caso, insomma, di frenare il commercio inibendo l'uso del contante.

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