Non ci sarà un intervento sulle accise, escluso da tutto il governo, ma si ragiona su un aiuto destinato a categorie mirate. Perché tra le cose che Palazzo Chigi sa di non potersi permettere in questo momento c'è il taglio generalizzato sulle aliquote dei carburanti, che peserebbe sulle casse dello Stato per circa 12 miliardi di euro l'anno, uno al mese. Impensabile proprio ora che si va verso una manovra economica «complicata», da 25-30 miliardi, i cui margini strettissimi non permetteranno di fare tutto, come ha già avvertito il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
E poi di un intervento simile sulle accise, ed è questo un aspetto molto considerato dal governo, beneficerebbero indistintamente tutti gli italiani, mentre la linea da sempre rivendicata dalla premier Meloni è quella di aiuti per i redditi bassi. Si fa largo allora l'ipotesi di una Social card carburanti, come confermato dal ministro per le Imprese Adolfo Urso. Una possibile soluzione se la curva dei rincari, che continua a crescere, non dovesse abbassarsi in concomitanza con la fine del controesodo estivo.
«Qualora il prezzo medio dovesse mantenersi ai livelli attuali, o peggio aumentare ancora - ha detto Urso - ci porremo il problema per aiutare le famiglie più numerose e chi ha redditi più bassi, per esempio con un bonus come fatto con la Social card», il sussidio per beni di prima necessità destinato alle famiglie a basso reddito, entro i 15mila euro di Isee.
Ne sono state consegnate finora oltre un milione, ha fatto sapere ieri in una nota il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
La questione carburanti non è formalmente all'ordine del giorno di oggi, nel primo consiglio dei ministri dopo le ferie estive, in cui, secondo alcune fonti, dovrebbero esserci solo e unicamente questioni di ordinaria amministrazione. Ma è uno dei diversi nodi da sciogliere in vista della manovra finanziaria, su cui ci potrebbe essere un primo confronto informale in vista del previsto vertice di maggioranza del 4 settembre. «Non faccio mai anticipazioni, lì si discute in maniera collegiale - fa presente il ministro Urso - sicuramente si comincerà a parlare della prossima manovra e dell'inflazione che si sta riducendo anche grazie al monitoraggio dei prezzi. Noi vorremmo incrementare questa riduzione da ottobre a dicembre grazie al patto anti inflazione».
Nei giorni scorsi si sono toccati i 2,8 euro al litro in autostrada, sulla Torino-Piacenza e le opposizioni premono per il taglio sulle accise, su cui apre solo la Lega. Il sottosegretario leghista Claudio Durigon che ha parlato di una possibile «limatina» ai rincari attraverso il maggior gettito dell'Iva. Ma nella maggioranza, al netto di alcuni distinguo, prevale la contrarietà a un intervento generalizzato. La priorità resta il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori a basso reddito. «Tagliare le accise adesso è da irresponsabili, costa un miliardo ed è un taglio orizzontale che vale per chi ha l'auto di grossa cilindrata e per chi guadagna 1.200 euro e ha una macchina piccola - spiega Maurizio Lupi, Noi moderati - È meglio concentrare quel miliardo per le persone che hanno bisogno».
Del resto non è l'unica urgenza. Anche il dossier migranti sarà informalmente sul tavolo del cdm. Si va verso un altro decreto sicurezza di fronte a numeri ormai esplosi.
Ieri lo stesso Urso, in vacanza con la famiglia, ha visitato l'hotspot di Lampedusa al collasso, con il prefetto di Agrigento e con il sindaco Filippo Mannino: «La situazione è insostenibile - le parole del ministro - l'Europa ci dia una mano».
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