Tagli alla spesa e stop al concetto di "extra". Le banche: noi diamo già

Cimbri (Unipol): "Idea pericolosa". Confcommercio: bene la riforma Irpef

Tagli alla spesa e stop al concetto di "extra". Le banche: noi diamo già
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Affrontare il tema del debito pubblico, scongiurare tagli e confermare la riduzione del cuneo fiscale puntando sulla crescita. Anche se la manovra richiederà sacrifici, come ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti, le imprese danno fiducia al governo. E lo fanno durante la seconda giornata dell'economia organizzata dai parlamentari di Forza Italia a Milano per dialogare con aziende, partite Iva e società civile. «Occorre confermare il taglio del cuneo fiscale e l'accorpamento delle aliquote Irpef» ha auspicato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, comunque positivo sulla direzione del governo che «è giusta e la condividiamo». Per la Coldiretti la speranza è invece che «non ci siano tagli ulteriori». E non solo sull'agricoltura: «Non si tagli più sulla formazione e su tutto ciò che riguarda la ricerca» ha esortato il presidente Ettore Prandini. Il segretario azzurro Antonio Tajani, regista della giornata, è ottimista. «Servono dieci miliardi - ha sottolineato il ministro - ma tra mille miliardi di spesa pubblica, se ne possono trovare dieci». A Palazzo Lombardia, dove Forza Italia ha riunito il gotha dell'economia, c'è spazio anche per le banche, tra operazioni finanziarie ed extra profitti, con Tajani che ha ribadito la contrarietà del partito a una tassa. «Quello che è proprio sbagliato è il principio dell'extra» ha commentato Carlo Cimbri, presidente del gruppo Unipol, «fortemente» contrario a far passare il concetto di «extra» che «è molto pericoloso per il futuro. Domani tutto può diventare extra». Come banche «noi il contributo lo diamo tutti gli anni» ha aggiunto il presidente dell'Abi Antonio Patuelli: «Ci sono già le addizionali sul settore: nel diritto non si è mai vista un'addizionale su un'addizionale, non sussiste». Patuelli intravede all'orizzonte dei «germogli» di ripresa, con incrementi del gettito per lo Stato. Quindi «il problema non sono le entrate, ma il contenimento delle uscite». E comunque «germogli di ripresa ci saranno ancora di più nei prossimi mesi: noi abbiamo dei tassi di mercato che sono più bassi di quelli della Bce». Per il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, le tasse si possono anche alzare «ma alle grandi rendite finanziarie e immobiliari e magari decidendo di mettere un contributo di solidarietà sugli extra profitti delle grandi multinazionali». Un altro argomento che ha tenuto banco è l'operazione di Unicredit con Commerzbank: «Mi auguro che possa completarsi - ha osservato Cimbri, che ha anche assicurato che Mps non rientra nelle strategie del gruppo -. Non vedo ragioni per cui possa essere osteggiata se non per questioni di localismi politici. Faccio il tifo per Unicredit». Secondo Patuelli «qui è in gioco l'unione bancaria europea, che sancisce l'indipendenza assoluta della Bce».

Se determinate operazioni di mercato venissero ostacolate dalla politica, «questo ostacolerebbe la Bce» e nel caso «sarebbe molto più grave che il semplice ostacolo a un'operazione singola. Sarebbe messa in discussione l'autonomia della Banca centrale europea». Quella stessa Bce a cui Tajani ha chiesto di tagliare ancora e «con coraggio» i tassi d'interesse.

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