Tajani chiama Kuleba: "Siamo con voi"

Il primo atto ufficiale da ministro degli Esteri. Biden: "Restiamo uniti sull'Ucraina"

Tajani chiama Kuleba: "Siamo con voi"

La disastrosa guerra nel cuore dell'Europa è fin dai primi passi del nuovo governo un banco di prova, una specie di spina nel fianco. Washington e Kiev negli auguri alla neo premier Giorgia Meloni auspicano la linea di continuità con il governo Draghi nel sostegno all'Ucraina. L'appoggio non mancherà, ma una volta assestato il nuovo governo potrebbe spingere di più, assieme ad altri Paesi europei, per trovare una via d'uscita che faccia tacere le armi. Antonio Tajani e Guido Crosetto, appena nominati ministri degli Esteri e della Difesa, saranno i primi a confrontarsi con i nodi del conflitto.

Non a caso il responsabile della Farnesina compie come primo atto ufficiale una telefonata al collega ucraino, Dmytro Kuleba. Tajani ribadisce al Tg1 che «non c'è pace senza giustizia, e giustizia significa la libertà per l'Ucraina». Il governo sa che i riflettori sono accesi sul ruolo dell'Italia nel sostegno a Kiev, ma dovrà fare attenzione a non appiattirsi troppo su una linea, che per ora, non concede alternative a una guerra sanguinosa. La «pressione» internazionale si fa sentire anche con gli auguri al nuovo governo. Dall'ambasciatore inglese a Roma, Ed Llewellyn, sono arrivate a Tajani le congratulazioni via twitter ribadendo che «Italia e Regno Unito continueranno a lavorare fianco a fianco nel sostegno all'Ucraina e nelle sfide globali come partner nella Nato».

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che dovrà gestire il dossier più delicato delle forniture belliche a Kiev e dell'addestramento dei militari ucraini punta subito sulle rassicurazioni. «Gli impegni che il nostro Paese ha preso e prende da decenni saranno rispettati - sostiene via telefono alla festa del Foglio - A volte sono posizioni che ci sono costate molto, abbiamo anche sacrificato vite umane». Il 12 ottobre il governo Draghi ha dato il via libera agli ulteriori 500 milioni euro di aiuti militari all'Ucraina attraverso il programma europeo per la pace anche se parliamo di guerra. L'Italia ha anche aderito al piano Ue varato dall'Alto rappresentante, Josep Borrell, per addestrare 15mila militari ucraini. Però il nuovo governo dovrà decidere se farlo sul territorio nazionale o in altri paesi, come la Polonia o la vicina Croazia, con istruttori italiani.

Il richiamo ucraino è suonato forte e chiaro pure nel messaggio del presidente americano, Joe Biden, di auguri a Giorgia Meloni. «Come i leader nel G7, sono impaziente di continuare a lavorare per far avanzare il nostro sostegno all'Ucraina, chiedere conto alla Russia delle sue responsabilità per le aggressioni, garantire il rispetto dei diritti umani e dei valori democratici e costruire una crescita economica sostenibile» si legge in una nota diffusa dalla casa Bianca. Concetto ribadito dal segretario di Stato Antony Blinken: «Siamo impazienti di continuare la nostra eccellente partnership con l'Italia per affrontare le sfide globali, sostenere l'Ucraina e rafforzare l'alleanza transatlantica».

Da Kiev, il presidente Volodymir Zelensky, ha fatto via twitter le congratulazioni a «Giorgia Meloni, la prima donna presidente del Consiglio d'Italia. Attendo con impazienza una continua fruttuosa cooperazione per garantire pace e prosperità in Ucraina, in Italia e nel mondo!». Purtroppo sono proprio la pace e la prosperità che mancano e vanno ritrovate a ogni costo senza concedere premi all'aggressore russo, ma neanche inviando armi e soldi solo per continuare la guerra.

Meloni, pur garantendo la linea atlantista, ha ben presente il nodo da sciogliere e alcune diplomazie europee stanno segretamente studiando una possibile via d'uscita. Al primo e probabile incontro di lunedì fra il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente del Consiglio italiana parleranno anche di Ucraina, guerra e pace.

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