Quel tam-tam sulla Rai da privatizzare

Un'indiscrezione del "Foglio" rilancia un'idea di Meloni. Nessuna conferma ufficiale

Quel tam-tam sulla Rai da privatizzare
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«Nell'agenda politica della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, c'è un colpo a sorpresa che potrebbe cogliere alla sprovvista tanto l'opposizione quanto la maggioranza. Una tentazione che la premier sta accarezzando e che potrebbe diventare uno degli argomenti della prossima legge di Stabilità. Tre parole: privatizzare la Rai».

Il Foglio, in un articolo di Claudio Cerasa, lancia una indiscrezione destinata a far discutere. Il direttore ricorda come «il verbo privatizzare sia stato evocato da Giorgia Meloni in diverse partite, da Eni a Poste, da Ferrovie dello Stato alla cessione di una quota di Rai Way».

Per Cerasa, tuttavia, «lo scenario della privatizzazione della Rai è qualcosa di più di un semplice ragionamento di natura contabile e assomiglierebbe a una svolta politica e culturale. La premier cambierebbe la narrazione: non mettere più politica in Rai ma un po' di Rai sul mercato». Secondo il Foglio «anche se la formula su cui ragiona Meloni è ancora vaga, con qualcuno la premier si è spinta a dire che la privatizzazione ideale coincide con il 50 per cento della Rai».

Finora riscontri e conferme reali non ce ne sono. Palazzo Chigi non commenta i retroscena. Qualcuno nel governo sussurra che il dossier privatizzazione della Rai è stato valutato, ma non è decollato, non si è tramutato in un progetto concreto e tantomeno verrà preso in analisi in vista della Legge di Stabilità. In futuro si vedrà. Altri invece, ritengono che qualora si decidesse di valutare questa ipotesi, la quota da mettere sul mercato non dovrebbe andare oltre il 30% così da non aprire la strada a una possibile scalata del servizio pubblico radiotelevisivo. Inoltre bisognerebbe capire cosa si intende cosa si andrebbe a privatizzare. L'unica rete veramente appetibile sarebbe Rai 1 che ovviamente non si può vendere. Così come in questa fase bisogna tenere in conto anche l'ingresso sulla scena di un colosso come Discovery.

Una opzione che Maurizio Gasparri invita, invece, a valutare è guardare oltre i canali generalisti: «Fermo restando che cedere Rai 1, Rai 2 e Rai 3 non si toccano, ci sono quelli dedicati a storia, cinema, bambini, sport. Se serve a fare cassa si possono cedere quelli, in tutto o in parte».

Un aspetto su cui il governo sta effettivamente ragionando è la necessità di ridurre l'indebitamento accumulato negli anni dalla Rai pari a 568 milioni. Cerasa ricorda che mercoledì i presidenti di Camera e Senato cercheranno di fissare una data per eleggere i 4 membri Rai del cda eletti dal Parlamento, in scadenza. «Chissà se Meloni darà seguito alla sua idea: togliere un po' di politica da Viale Mazzini e mettere un po' di Rai sul mercato».

Un'idea che non sembra conquistare Giampaolo Rossi.

Un anno fa, intervistato a Stresa da Salvatore Merlo, il direttore generale della Rai si espresse in maniera chiara. «In tutta Europa i servizi pubblici nascono come valore del sistema democratico in quanto garanti di un racconto plurale e a difesa dell'industria culturale. E Viale Mazzini non fa differenza».

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