Tangenti e voto di scambio. Crolla il "sistema Emiliano"

Dimissioni, arresti per mazzette, concorsi truccati: ma il governatore pugliese e la sinistra tacciono

Tangenti e voto di scambio. Crolla il "sistema Emiliano"

Il primo a sentire puzza di bruciato era stato il professor Pierluigi Lopalco, che dopo aver fatto per quasi due anni l'assessore alla sanità della Regione Puglia, decise improvvisamente di rassegnare le dimissioni e allontanarsi dal sistema Emiliano.

Pochi giorni dopo venne arrestato il capo della protezione civile regionale mentre prendeva una tangente nascosta in una fetta di manzo. Secondo la procura speculava sia sui migranti che sui malati Covid. Come accaduto con l'ospedale della Fiera del Levante dove i costi degli affidamenti diretti in forza dello stato d'emergenza sono lievitati dai 9 milioni previsti a 25. Ma mentre tutta Italia attaccava la Lombardia per colpire il centrodestra, gli scandali che vedono protagonista la politica di centrosinistra vengono trattati come una questione locale per nasconderli.

Così è per l'ennesima inchiesta che in questi giorni ha travolto uomini nominati da Michele Emiliano: concorsi pubblici truccati in cambio di voti e posti di lavoro, ma anche sesso, aragoste, cozze, e orate.

L'indagine è stata svelata proprio mentre Enrico Letta e Giuseppe Conte erano a Bisceglie ospiti del delfino di Emiliano, Francesco Boccia. Ma non una parola è arrivata dai progressisti, così intenti a combattere le destre che tacciono su ciò che li riguarda.

«È strano, quasi incredibile, che il Pd, a cominciare dall'onorevole Boccia, continui a non esprimersi sul sistema Emiliano ha detto l'onorevole Mauro D'Attis di Forza Italia Lo stesso sistema che impedisce lo svolgimento di elezioni libere dalla maglia clientelare e che sbarra la strada alle altre forze».

L'ordinanza parla di «desolante panorama di sistemica corruttela che prospera negli affari della Regione Puglia» e spiega che oltre la sanità coinvolge i consorzi di bonifica, carrozzoni con un buco di bilancio di 160 milioni in cui venivano assunti «amici» truccando i concorsi.

«Il silenzio di Emiliano è imbarazzante ha detto Raffaele Fitto e sarei molto curioso di conoscere il giudizio di tante anime belle che in passato, alla semplice notizia di un avviso di garanzia, si ergevano a giudici supremi sputando sentenze e che ora sono diventati afoni».

Rispondono da sinistra i vendoliani: «In Regione Puglia serve una profonda bonifica amministrativa e politica. C'è un pezzo di classe dirigente convinto di una sostanziale impunità». Il gip infatti scrive nell'ordinanza: «Sui criteri di scelta della misure cautelari deve rilevarsi come le richieste formulate dalla procura di Lecce appaiono ben al di sotto della linea di adeguatezza e proporzionalità in relazione alle cogenti esigenze preventive da fronteggiare».

Non a caso proprio in questi giorni Emiliano, che del pm conserva solo il ruolo e l'impunità, ha chiesto di spostare su una procura pugliese il processo per cui è imputato a Torino per finanziamento illecito durante le primarie contro Renzi. «Se la stessa condotta l'avesse avuta un presidente di centrodestra, a quest'ora l'avremmo visto lapidato in pubblica piazza dice Gemmato da Fratelli d'Italia Emiliano sa vincere le elezioni? Col suo metodo saprebbero vincerle tutti».

Le stesse critiche della destra arrivano anche dalla Cigl: «È assordante il silenzio delle più alte cariche politiche. La giustizia deve far il suo corso ma fra documenti e intercettazioni parliamo di inchieste solide dice il segretario regionale del sindacato Al di là della questione penale preoccupa una politica che abbandona gli ideali e cerca solo il consenso elettorale, e cura solo l'interesse particolare se non criminale».

Il sottosegretario all'Interno Ivan Scalfarotto chiede se

«davvero Michele Emiliano pensa che il suo metodo di costruzione del consenso sia quello giusto per la Puglia e per il Paese».

Ma da Bisceglie, Letta e Conte dicono di sì. Col solito spauracchio: «Altrimenti arrivano le destre».

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