Tangenti sugli appalti dell'Anas: raffica di arresti in tutta Italia

Lungo elenco di appalti triccati. Dieci persone in arresto. In manette pure l'ex sottogretario del goverbo Prodi, Luigi Meduri

Tangenti sugli appalti dell'Anas: raffica di arresti in tutta Italia

Una nuova bufera giudiziaria si abbatte sull'Italia. Oltre trecento finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno fatto scattare le manette a cinque dirigenti e funzionari dell’Anas della Direzione Generale di Roma, tre imprenditori, titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche, e un avvocato. Il blitz ha anche portato all'arresto Luigi Giuseppe Meduri, presidente della Regione Calabria dal gennaio 1999 all’aprile 2000 e dal maggio 2006 al maggio 2008 e, soprattutto, sottosegretario del ministero delle Infrastrutture nel secondo governo Prodi. Altre 31 sono indagate a piede libero.

Associazione per delinquere, corruzione per l’esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e voto di scambio. Questi i reati per i quali, a seconda delle singole posizioni processuali, sono state arrestate dieci persone dalle Fiamme Gialle. L'inchiesta "Dama Nera" ha consentito di disarticolare una vera e propria cellula criminale costituita da dirigenti e funzionari "corrotti" di Anas che, abusando dei poteri derivanti dall’incarico ricoperto nell’ambito della predetta azienda pubblica, sono riusciti ad ottenere utilità e provviste corruttive da imprenditori, titolari di società di rilievo nazionale, in alcuni casi con l’intervento di un "colletto bianco" (un avvocato di Catanzaro) e dell'ex sottosegretario Meduri. "Se dovessi dire la sensazione che mi ha dato la lettura di queste carte è proprio la quotidianità della corruzione vista come una cosa normale - denuncia il procuratore capo della procura di Roma, Giuseppe Pignatone - è una situazione deprimente". Secondo il gip, "all’interno degli uffici Anas c’era un vero e proprio sistema corruttivo che non è episodico né occasionale". Nell'inchiesta non è, invece, coinvolto il nuovo presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani.

Deus ex machina del sodalizio criminoso è, secondo l’accusa Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del coordinamento tecnico amministrativo di Anas. In carcere con la dirigente anche gli altri funzionari Anas, Oreste De Grossi (capo del servizio incarichi tecnici della condirezione generale tecnica), Sergio Serafino Lagrotteria (dirigente area progettazione e nuove costruzioni) e i funzionari "di rango minore" Giovanni Parlato e Antonino Ferrante. Agli arresti domiciliari, invece, sono finiti Meduri, "un oscuro faccendiere" e interfaccia politica della Dama nera, l’avvocato catanzarese Eugenio Battaglia, e tre imprenditori, Concetto Logiudice Bosco, Francesco Domenico Costanzo e Giuliano Vidoni.

"Meduri ha certamente una funzione di supporto non indifferente - scrive il gip Giulia Proto nelle oltre 100 pagine di misura cautelare - dal momento che lui stesso richiama gli imprenditori ai loro illeciti doveri ove gli stessi versino in ritardo sui pagamenti".

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