Un'editoriale sulla Repubblica, un'intervista al Corriere della Sera, una smentita smozzicata. Tanti mezzi e molte facce servono per propagandare il nuovo assetto. Il leader della Lega Matteo Salvini continua a galoppare nei sondaggi e c'è bisogno di immaginare il futuro. Sulla sponda del centrosinistra il primo a dirlo apertamente è stato Dario Franceschini, senza dubbio il più furbo che si possa trovare da quelle parti. Il 22 luglio, in un colloquio con il Corsera, ha parlato di un «M5s diverso dalla Lega» con cui il Pd può difendere insieme «certi valori». Il sindaco di Milano Beppe Sala, dalle colonne del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari tre giorni dopo ha spiegato: «Mai con Di Maio. Ma dopo le elezioni dovremo essere pronti anche ad alleanze con chi guiderà i Cinque Stelle dopo di lui». Il segretario Nicola Zingaretti al giornale di Via Solferino ieri ha riferito che no, nessuna alleanza con i grillini, ma tocca guardare «all'elettorato M5s». E il direttore di Repubblica Carlo Verdelli nel suo editoriale ha dipinto Salvini come un bulletto dedito a tormentare i «più deboli», tra cui «gli alleati di governo dei 5 Stelle».
D'altro canto, giovedì Alessandro Di Battista, che potrebbe aspirare a guidare il nuovo M5s, ha detto che la Lega è «uguale a Forza Italia sulla giustizia e sull'eterno tentativo di proteggere i colletti bianchi». Sul tema il sarchiapone demostellato potrebbe procedere compatto per quanto riguarda la riforma della prescrizione, approvata nello Spazzacorrotti del guardasigilli grillino Alfonso Bonafede. Stop alla prescrizione con la sentenza di primo grado, vecchio cavallo di battaglia della sinistra. Un M5s senza Di Maio e il Pd allargherebbero immediatamente le maglie della lotta all'immigrazione clandestina. Basta guardare le dichiarazioni del presidente della Camera Roberto Fico, altro pretendente al trono grillino. Porti aperti, dunque. E tanti saluti alla Flat Tax e al taglio delle tasse. Per il segretario del Pd Zingaretti la tassa piatta è «incostituzionale», «una bufala da Paperon de' Paperoni». Il capo politico grillino ha bollato come «un mistero» le coperture per la misura economica simbolo dei leghisti e già nel programma del centrodestra. Il M5s, secondo i rumors, farà di tutto per non far inserire la Flat Tax nella prossima manovra oppure per mandare Salvini al macello contro l'Europa.
Per analizzare le convergenze parallele sarebbe stato sufficiente anche leggere i programmi di M5s e Pd per le ultime europee.
Oltre a fumose idee su green economy e transizione ecologica, entrambi scommettevano su una proposta cavalcata da tempo dai sindacati: il salario minimo europeo, come documentato dal Giornale il 24 maggio. Le posizioni demostellate sono speculari su diritti civili, unioni omosessuali, politiche per la famiglia e liberalizzazione delle droghe leggere. Una sorta di sinistracentro giallorosso per un futuro senza Salvini.
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