CON-TE. Un gioco di parole per un partito nuovo che cerca strada. Nella progressiva frantumazione dell'universo grillino, il premier prova a capitalizzare la sua esperienza a Palazzo Chigi e costruisce un contenitore a sua immagine e somiglianza. In fondo, non è il primo a inerpicarsi per quella via lastricata di ambizioni e desiderio di grandeur e così Giuseppi si mette nella scia di Lamberto Dini, Mario Monti, Matteo Renzi, tutti partiti fra squilli di tromba e arrivati al traguardo con risultati disastrosi o comunque deludenti.
Giuseppi cospira con due mani: in una ci sono diversi soggetti della diaspora grillina, nell'altra prototipi democristiani che hanno attraversato come Talleyrand tutte le stagioni e sono rimasti in piedi sotto tutti i cieli.
Per ora si parla di una decina di circoli in gestazione, embrione del futuribile movimento e si fanno alcuni nomi che mescolano e rimescolano ere geologiche diverse: Bruno Tabacci, alfiere storico della Dc dalla solida formazione economica, presidente negli anni Ottanta della Regione Lombardia, poi ancora «piccolo chimico» nel laboratorio dell'innovazione politica fino all'ultima creatura uscita come un nanetto: il Centro democratico; con Tabacci si misura il comandante Gregorio De Falco, quello del celeberrimo «salga a bordo, c...!», rivolto al fuggiasco Schettino nel disastro della Concordia. De Falco ha avuto una seconda vita ancorandosi ai corsari grillini ed è diventato senatore. Poi si è scocciato delle troppe curve e controcurve di Di Maio & soci, ha disobbedito ed è stato espulso. Ora è un ex, alla ricerca di un'altra rotta. L'ha trovata?
Ancora, nel parterre di Conte si muove Lorenzo Fioramonti, il professore Cinque stelle con cattedra in Sudafrica e per una breve stagione, nientemeno, ministro dell'Istruzione, prima di dimettersi in polemica perché in cassa aveva risorse insufficienti, fondare un suo movimento, Eco, con venature green ma ad impatto zero, pur coprendo un mercato privo di offerta, scomparire infine dai radar.
Ancora, nel cantiere si aggirano altri nomi provenienti da storie diverse: Angelo Sanza, altro esemplare Dc di lunghissimo corso, sottosegretario con Andreotti, Cossiga e addirittura Fanfani, Alessandro Fusacchia, deputato di estrazione radicale, a suo tempo ghostwriter di Emma Bonino.
Tutti insieme a Conte. Anzi, a CON-TE. Il calembour propone il nome del presidente del Consiglio, ma srotola vocali e consonanti offrendo una lettura complementare che vezzeggia il cittadino elettore, lo invita a fidarsi, a giocare la carta della partecipazione dando il proprio appoggio al premier che ha governato con la destra e ora va avanti con la sinistra.
Nel tempo, il presidente del Consiglio si è sganciato dalla tutela grillina e si è avvicinato all'orbita del Pd. La nuova formazione, se dovesse debuttare, potrebbe affiancare il Pd in un eventuale governo, catturando consensi e voti nel mondo moderato e nella pancia profonda del Paese, sempre alla ricerca di punti di riferimento.
Ma dopo il terremoto dell'epidemia, i dpcm e le faq, con la crisi economica alle porte, è davvero difficile azzardare previsioni.
La Lega, lontana dalle piazze, ha perso nei sondaggi alcuni punti percentuali, ma l'impressione è che la faglia del voto sia destinata a subire altre scosse e altri assestamenti. Nulla è ancora definito.E i contiani, nel dubbio, vanno avanti con provette e alambicchi.
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