Si sono aggravate le condizioni di salute di Armita Garavand, la 16enne iraniana che ha subito una trauma cranico all'interno della metro di Teheran durante una lite con la sorveglianza perché non portava il velo e si trova in coma, ricoverata in ospedale, ormai dall'1 ottobre. Lo ha denunciato ieri Hengaw, l'ong che per prima ha diffuso notizie sulla giovane. Secondo la ong, lo stato di coscienza della 16enne è molto basso. Per alcuni giorni è stato impedito ai genitori di visitarla in ospedale. Lunedì la madre, che era stata messa in custodia la scorsa settimana, ha avuto il permesso di visitare brevemente la figlia.
Naturalmente sull'accaduto si rincorrono voci contrastanti, con quelle del regime che sostengono il malore della ragazza e con la ong e la famiglia che parlano di tutt'altro. Secondo l'agenzia di stampa statale Irna, Garawand sarebbe infatti svenuta a causa della pressione bassa, versione fermamente contestata dagli attivisti per i diritti umani che parlano del rischio di un secondo caso Mahsa Amini. Un gruppo per i diritti curdi, Hengaw, ha affermato che l'adolescente è rimasta ferita in uno scontro con agenti della polizia morale, per aver presumibilmente violato il rigido codice di abbigliamento iraniano per le donne. «Nonostante i continui sforzi del personale medico dell'ospedale Fajr di Teheran, i segni vitali relativamente stabili di Armita Garawand sono cambiati e peggiorati negli ultimi giorni», ha detto l'agenzia di stampa Borna, affiliata al ministero dello Sport. «Tuttavia, gli sforzi dell'èquipe medica per migliorare le condizioni di Armita Garawand continuano», ha aggiunto. Garawand vive a Teheran ma viene dalla città di Kermanshah, a circa cinquecento chilometri dalla capitale iraniana, nell'Iran occidentale popolato dai curdi. Nel settembre dello scorso anno, la morte di un'altra donna curda iraniana, Mahsa Amini, per aver presumibilmente violato il rigido codice di abbigliamento per le donne della Repubblica islamica, ha scatenato proteste di ampio respiro. É stato dopo l'atroce morte di Mahsa che le donne iraniane si sono date alla protesta e che il mondo intero ha acceso i riflettori sugli orrori in Iran e sulla condizione femminile nel Paese.
Mercoledì poi, un video di un alterco nella metropolitana di Teheran, diffuso sui social dall'attivista Masih Alinejad, una donna (identificata in rete come un membro della polizia dei trasporti) sbotta ammettendo che la polizia «ha ucciso» Armita Garawand aggiungendo che «se lo meritava».
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