Tensioni in coalizione, ma Fdi cresce

Il partito guadagna uno 0,9% e sale al 27,7. Restano aperti i nodi Rai e Finanziaria

Tensioni in coalizione, ma Fdi cresce
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Le tensioni su una Finanziaria che deve fisiologicamente fare i conti con la ristrettezza delle risorse. Il confronto non privo di qualche asperità sul canone Rai. Le scosse di assestamento legate al post-Regionali.

Il governo vive un primo momento di rallentamento, dopo la luna di miele post-elettorale. Ma il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, racconta - a fronte di un gradimento per il governo in calo al 42% - di una sostanziale tenuta dei partiti di governo. In primis Fratelli d'Italia che rispetto a ottobre guadagna un +0,9% al 27,7%, con la Lega che resta stabile (8,7%) sopra Forza Italia (8%). Buoni riscontri anche per il Pd al 22,6% (+1,5), mentre M5S si attesta al 13%, in calo di circa un punto, su livelli comunque decisamente migliori rispetto ai risultati delle Regionali. Il dibattito interno alla maggioranza continua ad assestarsi sulla manovra, con il tentativo delle varie forze politiche di perorare i propri cavalli di battaglia. Poi c'è la questione del dopo-Fitto. Ieri il ministro (e parlamentare) si è dimesso ufficialmente («Due anni entusiasmanti e intensi»). Forza Italia, intanto, torna a battere sul tasto della riduzione delle tasse. «Noi siamo per andare avanti, se i soldi del concordato sono pochi si farà una piccola riduzione, se sono di più sarà più grande», dice Raffaele Nevi portavoce nazionale azzurro. «L'importante è ridurre le tasse al ceto medio». Come già detto da Antonio Tajani, «adesso ci sono a disposizione anche i 430 milioni che non sono stati usati per ridurre il canone Rai: potrebbero essere usati per l'Irpef o per le pensioni minime». Restando in zona Centro, è un giorno importante per Noi Moderati, che si rinnova e si ritrova a Roma per l'assemblea nazionale dove viene presentato il nuovi simbolo che prevede un cerchio bianco con la scritta in blu «Noi moderati» sovrastata da «Popolari per l'Europa» con un ponte tricolore, in attesa di formalizzare l'adesione al Ppe che avverrà a gennaio. «Abbiamo costruito con fatica una nostra casa dice Maurizio Lupi ma questo partito si deve aprire perché le case hanno delle fondamenta solide ma poi devono costruire il primo piano, il secondo, il terzo».

Lupi rivendica il ruolo di Noi Moderati come forza insostituibile negli equilibri e nei programmi del centrodestra. «Senza i moderati il centrodestra non ha una cultura di governo che gli permetta di guardare al futuro. Giorgia Meloni lo ha compreso da presidente del Consiglio e da leader della coalizione».

Ignazio La Russa, ospite della convention, cita la lezione di Pinuccio Tatatella che in tempi non sospetti parlava di centro come un soggetto insostituibile che deve fare una scelta di campo. «Lo definiva una zattera grande in mezzo ad un fiume: la riva destra e la riva sinistra. Se la zattera sta in mezzo e non trova un punto di attracco non ha una sua fisionomia. Mi sembra che la scelta di Noi moderati sia la prosecuzione politica del pensiero di De Gasperi, delle encicliche, del pensiero liberale ma anche della visione che del centro aveva Tatarella, mettetelo tra i vostri soci fondatori, non vi troverete male».

Entusiasta della svolta Mara Carfagna, con la sua associazione Centro popolare costituita con Mariastella Gelmini

e Giusy Versace. «Maurizio Lupi ha avuto la determinazione e l'intelligenza di costruire e di difendere una nuova casa per i moderati. Abbiamo raccolto con entusiasmo il suo appello a unire le forze, per un nuovo inizio».

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