L'ombra dei dazi aleggia anche sul Salone del Mobile che ieri ha presentato la 63esima edizione che andrà in scena alla fiera di Rho Pero dall'8 al 13 aprile. Uno scenario non brillante quello che si apre per il settore del legno, per cui il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, richiama «alla prudenza» per il 2025, attenuato dalla consapevolezza di rappresentare una filiera che finora ha saputo contenere i danni rispetto ad altri. A spaventare il fatto che ora il settore è minacciato propio dagli Usa, che rappresentano il primo mercato per l'export del mobile italiano.
Il settore chiude il 2024 con un fatturato alla produzione pari a 51,6 miliardi, in flessione del 3,1% sul 2023, dopo due anni di grande crescita. A dirlo sono i preconsuntivi del Centro Studi di FederlegnoArredo su dati Istat. Una flessione che riguarda le vendite sul mercato interno, pari a 32,2 miliardi (oltre il 60% del giro d'affari complessivo) ridotti del 3,5% a causa anche del taglio degli incentivi fiscali previsti negli anni precedenti. L'export, che rappresenta il 38% del fatturato totale della filiera, ha chiuso a -2,3% con un valore pari a 19,4 miliardi. «La flessione del 3,1% - commenta il presidente Feltrin è da ritenersi comunque contenuta dato il contesto economico e geopolitico attuale e rispetto a quanto potevamo aspettarci. Questo non significa che la situazione sia facile, anzi. Ma possiamo dire che, come in altri periodi, la filiera nel suo complesso ha saputo navigare meglio di altri».
Sullo sfondo quanto accaduto con Messico e Canada, ovvero la possibilità che minacciare tasse verso l'Europa sia solo una leva per aprire una trattativa su altro. «Quello che è successo negli ultimi due giorni ci fa capire che forse il dazio è un po' sbandierato per fare paura, per mettersi al tavolo con una forza contrattuale di un certo tipo. Da parte nostra - sottolinea Feltrin - un dazio del 10% verso l'America sarebbe sicuramente un danno importante, perché l'America è l'unico mercato dei primi 10 che ha fatto un segno più l'anno scorso». Non solo, conseguenza della chiusura del mercato Usa è il pericolo di infiltrazioni da parte di una concorrenza non regolamentata, e quindi subdola, per il settore e per l'economia italiana in generale. «La preoccupazione indiretta - continua il presidente Federlegno - è che la chiusura dell'America al prodotto cinese, provochi da parte di Pechino la ricerca di mercati alternativi e quindi possano sbarcare in Europa senza regole adeguate. Quindi qui l'appello è all'Europa, che stia molto su con la guardia».
Dello stesso tenore le parole della presidente del Salone del Mobile Maria Porro: «I dazi sono sicuramente un timore. Noi abbiamo la presidenza dell'Associazione europea dei produttori di arredo, l'European forniture association, e per noi è molto importante in questo momento stare uniti come Europa. Esprimiamo con il Made in Italy una qualità altissima che nessun altro Stato al mondo esprime: dobbiamo tenere la testa alta e difendere questo valore che abbiamo costruito in tantissimi anni e secoli di storia di arredo e design italiano».
«Davanti alle comunicazioni che arrivano da Washington i Paesi dell'Ue devono restare uniti», le parole del ministro dello Sviluppo economico della Polonia, Krzysztof Paszyk, che detiene la presidenza di turno Ue.
«Dovremmo mantenere la calma in attesa di sapere cosa gli americani vogliono fare esattamente. Stiamo solo ascoltando i primi annunci, ma siamo pronti a impegnarci in un dialogo costruttivo con gli americani» ha sottolineato.
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