Terra dei fuochi, condanna per Italia (e giunte rosse)

La sentenza dei giudici Ue getta ombre sull'operato dei dem in Campania. Che però accusano il governo

Terra dei fuochi, condanna per Italia (e giunte rosse)
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L'Europa condanna l'Italia per la Terra dei fuochi creata dai governi di sinistra. Il Pd attacca l'esecutivo Meloni. Ma dimentica che il «triangolo della morte», in provincia di Napoli, è frutto di una scellerata gestione del ciclo dei rifiuti in Campania da parte delle giunte rosse. Da Bassolino a De Luca. E soprattutto gli annunci dell'attuale governatore Vincenzo De Luca - «ripuliremo la regione dalle ecoballe» sono rimasti lettera morta. Ieri, la Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia, con sentenza definitiva, sull'interramento dei rifiuti tossici. Per la Cedu «le autorità italiane mettono a rischio la vita degli abitanti della Terra dei Fuochi». La Cedu ha stabilito che l'Italia deve introdurre, senza indugio, misure in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell'inquinamento in questione.

La sentenza prende spunto dai ricorsi di 41 individui e 5 associazioni. Un verdetto che incendia il dibattito. Ma la sinistra compie il più classico degli autogol. Per il governo Meloni la bonifica della Terra dei Fuochi, il triangolo tra Caivano-Afragola-Cardito, è una priorità. E il progetto per la riqualificazione del Parco Verde va in quella direzione. Il Pd, che governa la Campania da trenta anni (tranne l'intervallo di Caldoro tra il 2010-2015), cade dalle nuove e scarica le colpe sull'esecutivo: «Il pronunciamento della Corte europea dei diritti umani è perentorio e inequivocabile. Il governo e tutti gli attori istituzionali si confrontino per attuare un piano che contrasti concretamente l'inquinamento, salvaguardi il territorio e la salute pubblica. La questione riguarda 3 milioni di persone e un tessuto urbano, agricolo e sociale in cui si registra, come rilevato dalla Cedu, un aumento dei tassi di cancro e dell'inquinamento delle falde acquifere. Tutto ciò lo dobbiamo a chi nel corso dei decenni ha usato il nostro territorio come base dei propri affari criminali. Non bastano annunci e proclami, serve immediatamente un piano operativo di intervento a tutela dei cittadini campani», afferma la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno.

Il nocciolo della questione lo coglie però il capogruppo della Lega in Regione Campania Severino: «Prima le promesse mai mantenute di De Luca rispetto alla liberazione del territorio campano dalle ecoballe nonostante la dotazione economica da mezzo miliardo di euro destinata, quasi dieci anni fa, alla nostra regione dal suo amico Renzi, allora premier, poi la negazione stessa della Terra dei fuochi, che secondo il presidente della Campania ci saremmo lasciati alle spalle già da anni. È lampante che con il verdetto emesso, la Corte europea dei diritti umani sentenzia senza appello il fallimento e il disastro operato dalla peggiore amministrazione regionale che la storia ricordi, dal Pd e dalle sinistre».

Dopo la sentenza interviene anche il parroco Don Patriciello: «Quante calunnie abbiamo dovuto subire; quante minacce; quante derisioni; quante offese; quante illazioni I negazionisti, ignavi, collusi, corrotti, ci infangavano Siamo andati avanti. Convinti. Vedevamo con i nostri occhi lo scempio delle nostre terre e delle nostre vite». La certezza, unica al momento, il piano del governo Meloni per ripulire la terra dei fuochi.

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