Almeno mille morti, quasi duemila feriti per una scossa di magnitudo 6,1. Sono i numeri (purtroppo) record del terremoto in Afghanistan, come non si registravano da due decenni in una regione già ampiamente sottosviluppata. Centinaia le abitazioni distrutte, con scosse avvertite anche in Iran e Pakistan dove però non ci sono notizie di danni. Secondo l'agenzia sismologica europea, EMSC, le scosse sono state avvertite per oltre 500 chilometri fino in India.
Non solo la morfologia del territorio nelle province di Paktika e Khost rende complicate le operazioni di assistenza per il neo governo guidato dai talebani, dopo l'addio degli Stati Uniti, ma anche per via del fatto che molte agenzie umanitarie internazionali hanno lasciato il paese lo scorso anno proprio dopo l'avvento dei talebani. I soccorsi dovrebbero essere guidati da Bilal Karimi, vice portavoce del governo talebano, che ha chiesto aiuto via twitter alle agenzie umanitarie mentre nelle stesse ore a Kabul, il primo ministro Mohammad Hassan Akhund, ha convocato una riunione di emergenza al palazzo presidenziale. Il primo a rispondere presente è stato il coordinatore delle Nazioni Unite in Afghanistan, Ramiz Alakbarov ma non mancano le difficoltà logistiche. In primis l'assenza di uno sbocco sul mare in cui si trova oggi l'Afghanistan, dopo che i talebani hanno invaso il paese nel 2021. In secondo luogo i «nuovi» alleati di Kabul, come Qatar, Turchia ed Emirati Arabi Uniti evitano ancora il paese per una questione di sicurezza. Ciò significa che potrebbero volerci giorni, se non settimane, per cercare fra le macerie i corpi.
Nello specifico il sisma si è verificato a circa 44 chilometri dalla città di Khost, vicino al confine con il Pakistan, a una profondità di 51 chilometri, come affermato dall'US Geological Survey. È quello un tratto di Afghanistan molto peculiare, non solo perché montuoso ma perché lì l'ampia regione dell'Asia meridionale vede scontrarsi la placca tettonica indiana e quella eurasiatica a nord. «Gli Stati Uniti sono profondamente rattristati nel vedere il devastante terremoto che ha provocato la morte di almeno mille persone in Afghanistan», fa sapere il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan.
I precedenti più gravi sono del 2015 quando un sisma colpì la zona nord orientale del paese uccidendo oltre 200 persone tra Afghanistan e Pakistan settentrionale; del 2002 quando un'altra terribile scossa da 6,2 di magnitudo provocò la morte di mille persone nella parte settentrionale del paese e infine del 1998 ben 4.500 persone persero la vita a causa di una scossa simile a quella di ieri. Si tratta di aree già zavorrate dalla carestia a cui si è sommata la crisi del grano dopo la guerra in Ucraina: il disastro umanitario è stato aggravato dalla presa di potere dei talebani ad agosto. Papa Francesco ha pregato per tutti i morti e i feriti e per la «sofferenza della cara popolazione».
Il terremoto arriva mentre l'Afghanistan fa un primo bilancio dell'amministrazione talebana, che ha dovuto registrare anche le sanzioni imposte da molti governi al settore bancario afghano, che si traducono in meno miliardi di dollari di aiuti allo sviluppo.
È stato questo un anno complesso, dove i big players hanno duellato a distanza proprio in quel territorio: ad esempio la Russia ha annunciato che potrebbe riconoscere l'amministrazione talebana ad interim, una mossa di chiara sfida a Washington, come annunciato dall'inviato speciale della Russia per l'Afghanistan, Zamir Kabulov.
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