Lazio-Lombardia uno a zero. Sui test in aeroporto per chi torna dai Paesi a rischio Fiumicino e Ciampino battono gli scali lombardi, dove non sono ancora disponibili le postazioni di screening per gestire i passeggeri in arrivo da Spagna, Grecia, Malta e Croazia. Mentre al Leonardo da Vinci, ma anche nel secondo scalo romano, si macinano test rapidi dopo l'arrivo lampo di 30mila kit e si intercettano uno dopo l'altro passeggeri positivi da spedire in auto-isolamento, Malpensa e Linate arrancano e ancora non hanno ancora applicato la misura prevista dal governo in un continuo scarica barile tra la Sea, la società che gestisce gli scali, e la Regione. Un confronto già definito «impietoso» dall'infettivologo Massimo Galli.
Nel Lazio in un solo giorno sono stati effettuati oltre 5mila test ai viaggiatori di rientro dalle zone dove il Covid non è sotto controllo, di cui 3.050 nei drive-in operativi 7 giorni su 7 allestiti per effettuare i tamponi a chi è munito di tessera sanitaria e documento di viaggio e circa 2mila direttamente presso gli scali, che si vanno ad aggiungere agli 800 del primo giorno. L'Unità di Crisi Covid-19 della Regione Lazio ha delineato una sorta di profilo delle persone che vengono trovare positive in aeroporto: nel 50 per cento dei casi si tratta di giovani compresi nella fascia di età dai 18 ai 34 anni. Due dei nove contagiati individuati ieri erano romani di ritorno da Mykonos, in Grecia, dove da qualche giorno è stata registrata un'impennata di casi e il governo ha imposto il coprifuoco. Altri sette rientravano da Malaga, in Spagna. Per tutti è stato predisposto l'isolamento e il contact tracing internazionale. Altri cinque positivi individuati in mattinata a Ciampino. Si tratta di una coppia di Perugia e di tre giovani spagnoli tutti asintomatici e in buona salute, rientrati con il medesimo volo da Madrid. Alla fine nei due scali si sono contati 27 passeggeri contagiati. Soddisfatto di come stanno andando le cose nel Lazio l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato: «Il sistema dei controlli negli aeroporti sta funzionando e questo ci permette di intercettare precocemente i casi asintomatici che altrimenti avrebbero viaggiato per l'Italia».
Arranca ancora Milano, dove lo screening partirà soltanto domani, a Malpensa, presso tre tendoni dove verranno effettuati tamponi otto ore al giorno. Finora i test in aeroporto non sono ancora partiti e chi arriva da Spagna, Malta, Grecia e Croazia e non ha con sé un test negativo fatto 72 ore prima del rientro in Italia deve mettersi alla ricerca tramite il servizio sanitario di un appuntamento disponibile per effettuare il tampone. Ma la sanità lombarda è presa dall'assalto ed è impossibile rispettare le 48 ore previste dall'ordinanza. L'assessore al Walfare Giulio Gallera suggerisce di prenotare il test prima di partire, anche dall'estero, sui siti dell'Ats. Per i turisti stranieri, che non lo avranno fatto, ci saranno le postazioni a Malpensa, non a Linate, dove sono ancora in corso i lavori di ristrutturazione e mancano gli spazi necessari. I viaggiatori che atterrano a Orio Al Serio, invece, si devono rivolgere nel vicino ospedale di Seriate, senza prenotazione. Sui ritardi degli aeroporti lombardi è in corso una disputa tra la Sea e il Pirellone.
La società che gestisce gli scali milanesi - in risposta alle dichiarazioni di Gallera che li aveva imputati a loro e agli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del ministero della Salute - replica di non avere alcuna responsabilità nella tempistica con cui si sono organizzati i presidi sanitari e di essersi immediatamente messa a disposizione degli enti competenti per l'individuazione e l'allestimento delle aree. «La Sea, in qualità di gestore aeroportuale, non può far altro che essere di supporto logistico alle autorità sanitarie», si legge in una nota.
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