Dopo la stretta sui vitalizi, i parlamentari adesso puntano sulla liquidazione. Un conto salato che ammonta a 25 milioni di euro. Di fatto i parlamentari subito dopo il voto del 2018 potranno intascare la buonuscita. Chi non sarà rieletto, come riporta il Messaggero, avrà diritto ad una vera e propria liquidazione di fine mandato che ammonta a 47mila euro per i 5 anni in Parlamento. Va precisato un punto chiave: questa liquidazione il parlamentare la paga di tasca propria. Dalla busta paga mensile di 10mila euro lordi (5mila netti) circa 780 euro vengono destinati proprio in un fondo destinato a questa sorta di Tfr. Durante il mandato i parlamentari possono chiedere un anticipo di questa somma. Le cifre che verranno sborsate non sono indifferenti: circa 25 milioni per la Camera dei deputati e 13 milioni di euro per il Senato. Di fatto però bisogna considerare la quota dei non rieletti che a questo giro elettorale potrebbe essere al 50 per cento. La buonuscita è esentasse perché inquadrata come denaro personale del singolo parlamentare che viene messo da parte. L'assegno viene staccato entro due mesi dal voto per il rinnovo del Parlamento.
Per chi resta e viene rieletto di fatto la buonuscita viene accantonata e sommata a quella per i 5 anni successivi. Con tre mandati un parlamentare può percepire circa 120mila euro al termine della sua permanenza a Roma. Insomma il voto e alle porte e il risultato delle urne determinerà quante buonuscite dovranno essere pagate...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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