" Tg1 modello Istituto Luce". A sostenerlo è il deputato renziano Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai che, con un post su Facebook, attacca l'informazione della tivù di Stato per come è stato trattato il caso riguardante il compenso del presidente dell'Inps, Pasquale Tridico.
Le critiche nei suoi confronti, proveniente sia da Italia Viva sia sal Pd "sono state relegate in 5 secondi" mentre quelle "di alcuni parlamentari M5s sono state totalmente insabbiate", scrive Anzaldi. Ma non solo. L'esponente renziano sottolinea che"anche la richiesta di spiegazioni di Di Maio è stata edulcorata dalla chiosa 'chiesta prima della nota dell'Inps', censurando il sonoro del ministro degli Esteri". Secondo Anzaldi è stata "imbarazzante anche l'apertura su Conte", definita "un servizio agiografico e propagandistico del presidente del Consiglio che ha bucato l'unica vera notizia data ieri dal premier, l'abolizione di Quota 100, riferita a malapena senza nessuna citazione nei titoli". "La sottovalutazione della notizia su Quota 100 ha accomunato ieri sera sia il Tg1 che il Tg2 ed entrambi hanno censurato la notizia sulla febbre di Salvini, data invece dal Tg3", scrive ancora il segretario della commissione di Vigilanza che, invece loda il Tg3 delle 19, l'unico a non bucare e nascondere notizie.
"Se una commissione d'esame dell'Ordine dei giornalisti valutasse Tg1, Tg2 e Tg3 di ieri sera, chi supererebbe l'esame giornalistico?", si chiede il deputato sostenendo che "sui primi due ci sono seri dubbi". "Chissà se i consiglieri di amministrazione e l'amministratore delegato, qualora non abbiano visto le edizioni, verificheranno. Basta andare su Raiplay. Davvero i cittadini possono continuare a pagare il canone per questo disservizio pubblico? Per questa disinformazione continua?", domanda in conclusione Anzaldi.
Ricordiamo che, ieri, Repubblica ha rivelato che, in piena estate, lo stipendio del presidente Tridico è più che raddoppiato, passando dai 62mila euro annui percepiti a inizio mandato agli attuali 150mila. Ben più dei 103mila euro che percepiva il predecessore Tito Boeri. L'aumento sarebbe stato avallato da un regolare decreto interministeriale datato 7 agosto 2020, firmato dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, e dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Oggi, invee, il quotidiano diretto da Maurizio Molinari aggiunge un altro tassello alla vicenda e rivela che dietro all'incremento della busta paga di Tridico ci sarebbe niente meno che Luigi Di Maio, quando l'attuale ministro degli Esteri vestiva i panni di vicepremier e ministro del Lavoro all'interno del governo gialloverde.
La legge 26 del 2019 che istitutiva di Reddito di cittadinanza e Quota 100, stabiliva anche che le retribuzioni dei suddetti vertici fossero fissate con un decreto ad hoc del ministro del Lavoro.
A provarlo ci sarebbe una nota datata 12 giugno 2019 dell'allora capogabineto di Di Maio, Vito Cozzoli che conterrebbe persino le cifre degli stipendi: 150mila euro al presidente, 100mila al vicepresidente e 23mila ai tre consiglieri dei due consigli di amministrazione (di Inps e Inail) ancora da nominare.
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