Secondo la Procura di Ivrea il 41enne, che da tempo ha finito di scontare la condanna per l'omicidio di Novi Ligure, avrebbe maltrattato l'ex moglie in una ventina di occasioni tra il 2019 e il 2021.
I due si conoscono sui social nove anni fa e poi iniziano a frequentarsi: Omar è uscito dal carcere pochi anni prima, nel 2010, e dopo essersi trasferito con i genitori da Asti ad Acqui Terme, sempre in Piemonte, si è rifatto una vita in Toscana. I due si sposano e hanno una figlia. Il loro legame sembra essere felice in un piccolo paese tra le montagne, ma poi qualcosa cambia. Durante i mesi del lockdown il rapporto si inasprisce e degenera in violenze e umiliazioni. Lei lo accusa anche di violenza sessuale.
Dall'atto conclusivo delle indagini, partite dopo la denuncia della donna, emerge la figura di un uomo violento e possessivo, capace di generare nella moglie un costante senso di «svilimento, paura e sofferenza». Oltre a minacciare lo «sfregio con l'acido» e di ridurla «in sedia a rotelle», Favaro avrebbe ripetuto frasi come «fai schifo», «sei anoressica». Non solo: le lancia addosso oggetti, la insulta ripetutamente e la trascina per la casa afferrandola per i capelli. Durante la convivenza la donna chiede per quattro volte l'intervento dei carabinieri, ma al loro arrivo avrebbe poi minimizzato. In questo scenario lei fugge da casa, mentre lui chiede e ottiene nel 2022 l'affidamento della piccola. È a questo punto che si innesta un secondo conflitto a suon di esposti incrociati: la donna avrebbe infatti voluto vedere di più la piccola e la bimba stessa a un certo punto aveva chiesto di andare a vivere con la mamma.
La scorsa estate, mentre Favaro definiva «calunniose» le accuse mosse dalla ex, il Tribunale del riesame di Torino respingeva la richiesta di misure restrittive nei confronti dell'uomo: per il giudice il pericolo non è più attuale, dal momento che la convivenza è cessata. Lui, che finora non si è mai fatto interrogare, ha sempre negato quanto raccontato dalla moglie, riferendo di ritorsioni in sede di separazione e per l'affidamento della bambina. «Le accuse a nostro avviso sono funzionali a ottenere nel procedimento civile una posizione di forza che alla donna, al momento, non è riconosciuta - ha spiegato l'avvocato di Omar, Lorenzo Repetti -. Novi Ligure non c'entra, però è evidente il tentativo di dare maggiore risalto alla separazione». D'altronde per i giudici i precedenti costituiscono certamente uno dei criteri per valutare la pericolosità dell'uomo, ma va tenuto conto che il massacro di Novi Ligure è stato «commesso da un minorenne nell'ambito di una relazione di coppia in cui Favaro era soggetto debole e dipendente. I presenti fatti di reato riguardano, invece, un Favaro adulto e maturo e si inseriscono in un contesto affettivo diverso».
Intanto, stando all'attuale quadro accusatorio, la richiesta di rinvio a giudizio per Omar Favaro resta molto
probabile. «Con il deposito di tutti gli atti di indagine il nostro assistito sarà in grado di dare la propria versione dei fatti, contestando tutti gli addebiti», commentano gli avvocati Lorenzo Repetti e Vittorio Gatti.
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