"Chi ha di più deve pagare di più, chi ha di meno deve pagare di meno". Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un video su Facebook, ha annunciato la rimodulazione dei ticket sanitari.
Speranza ha spiegato che, in occasione del Consiglio dei ministri che ha approvato la nota d'aggiornamento del Def, si è affermato un "criterio di progessività" dei ticket. Ora "di fronte a un ticket sanitario non conta quanti soldi hai e non conta se sei un miliardario o una persona in difficoltà economica", dice il ministro che, però, rassicura: l'articolo 32 della Costituzione sarà rispettato. A guidarlo è "l'idea di un Sistema sanitario universale in cui non conta quanti soldi hai, in che Regione vivi o il colore della tua pelle, perché hai un diritto sacrosanto ad essere curato, e su questo ci impegneremo nei prossimi mesi", ha detto Speranza dopo aver annunciato che sono stati stanziati due miliardi in più per il Fondo sanitario nazionale nel 2020 e che verrà superato anche il 'superticket'. E, infine, la richiesta di avere maggiori medici a disposizione e la necessità di sottoscrivere le Regioni "il Patto per la salute" così da affrontare anche l'agognato tema delle liste d'attesa degli ospedali sempre troppo lunghe.
I ticket, nati nel 1989, servono per diverse prestazioni sanitarie: in pronto soccorso, visite specialistiche ed esami diagnostici che i cittadini pagano a prezzi che variano da Regione a Regione. Sono esentati coloro che hanno redditi molto bassi, quelli che soffrono di malattie rare o croniche, le donne in gravidanza e le persone invalide.
Il superticket, invece, come ricorda Today, è stato introdotto nel 2011 come una maggiorazione del normale ticket di 10 euro su ogni ricetta per le prestazioni di diagnostica e specialistica. Ogni Regione può decidere autonomamente se e come applicarlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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