
«Vi presento la dea dell'intelligenza artigianale» dice Diego Della Valle indicando Carla Bruni Sarkozy avvolta nell'abito abito-scultura realizzato in pelle di recupero tagliata a strisce e cucita a mano fino a replicare un sofisticato parquet degli anni '50. L'ex Première Dame di Francia resterà per più di un'ora immobile e divina a circa due metri da terra con un gigantesco ago tra le mani per la performance dell'artista Nelly Agassi. Siamo all'ingresso del Padiglione d'Arte Contemporanea (PAC) che ieri ha ospitato la strepitosa sfilata di Tod's oltre ad ispirare l'intera collezione a Matteo Tamburini, direttore creativo del brand. «Questo edificio racconta nel backstage è un perfetto esempio di quel che distingue il made in Italy dal resto del mondo: la resilienza e l'eterna rinascita dalle nostre radici». In effetti il Pac è stato costruito nel 1950 con gli stilemi dell'architettura modernista riveduti e corretti dagli orrori bellici per poi essere quasi distrutto dalla bomba lanciata dalla mafia il 27 luglio 1993 e ricostruito in tutto il suo splendore di tempio dell'arte contemporanea. Tradotto in moda tutto questo diventa un'impeccabile ricerca di nuovi assoluti tra forme e materiali d'eccelsa qualità con un occhio di riguardo all'arte. I riferimenti sono super precisi nella bellissima linea affusolata di una colonna modernista di cappotti e giacconi tagliati a peacoat con l'allacciatura doppiopetto leggermente spostata sul fianco per slanciare la figura. Poi ci sono i sublimi paltò in alpaca pettinata fino a riprodurre l'effetto ottico del bianco e nero di Carla Accardi. Burri è citato nel patchwork di texture sul cashmere nero è in qualche capo ci dev'essere il concetto spaziale di Fontana, ma noi siamo piùttosto presi ad ammirare gli accessori: la borsa Di Bag Folio grande (anzi gigantesca) o piccola con un sofisticato gioco di patchwork materico e tutti gli stivali da equitazione. Elisabetta Franchi celebra l'eleganza assoluta di Carolyn Bessette con una sorprendente collezione in cui la sensualità cancella quel tipo di sessualità esibita, insistita e alla fine stancante delle bellezze di Onlyfans. Il risultato è una donna con la gonna longuette, la polo dal sapore sportivo, il tacco a spillo da 12 centimetri e un magnifico spolverino in pelle da laboratorio «perchè dice la stilista oggi ci sono dei materiali incredibili e puoi evitare di ammazzare degli animali per sfoggiare un capo in pelle oppure gli stivali di coccodrillo». Sugli aspetti materici della moda fa un gran lavoro anche Paolo Zuntini, direttore creativo donna di Eleventy che parla di «percorso d'eccellenza» davanti al cappotto che alla vista sembra un bellissimo spazzolino nel bianco lattiginoso del cielo di Milano in inverno ma al tatto ricorda l'ala di un angelo. È infatti costruito con un tessuto nanto dall'intreccio di 5 filati: alpaca, cashmere, cammello, lana superfine e yak. Del resto lo sanno anche i sassi che l'industria tessile italiana è inarrivabile per bellezza e qualità dei prodotti. Da Loro Piana, ad esempio c'è la sala delle eccellenze con tre tessuti incredibili come il Royal Lightness fatto da fili di cashmere sottilissimi avvolti in fili seta ancor più fine con risultati ai confini della realtà, la vicuna che è un miracolo di morbidezza e la lana gift of kings che misura 12 micron (i capelli dei neonati viaggiano sui 20) e permette di costruire il double più leggero del mondo. Lo stile dei capi fa un po' zia ma del tipo più aristocratico e chic che si possa immaginare. Santoni festeggia 50 anni con una meraviglia di collezione in cui ci sono capolavori come le scarpe fatte con 60 metri di pelle tubolare color bronzo per paio (figuriamoci gli stivali) e pazzeschi modelli da uomo senza neanche una cucitura.
«È la festa degli artigiani» dice Giuseppe Santoni vistosamente commosso dalla stupenda mostra fotografica sulle mani che producono questi oggetti meravigliosi. Moschino punta invece sul non finito. Perché la sartoria è inarrivabile comunque.
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