Toghe rosse all'assalto e l'Anm è lacerata

Area contro la corrente moderata di Mi: "Svenduti a Nordio". La replica: "Una tesi ignobile"

Toghe rosse all'assalto e l'Anm è lacerata
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Ognun col proprio metro altrui misura. Le toghe di sinistra tengono in ostaggio un Anm mai così spaccata: dopo anni passati a dettare la linea più forcaiola al Pd e ai Cinque stelle fin dentro i corridoi di Via Arenula, Area e Md (con l'ignavia di Unicost) dichiarano guerra al ministro della Giustizia Carlo Nordio e a tutto l'esecutivo e accusano Magistratura indipendente, l'ala più moderata delle toghe, di voler fiancheggiare il centrodestra per aveva partorito una proposta di buon senso che richiamava la classe politica a una maggiore attenzione rispetto al merito delle sentenze, ma anche i magistrati a una maggiore ragionevolezza nei comportamenti sui social network. «Siamo disponibili a interrogarci su come il dovere di apparire indipendenti debba essere declinato», recitava ieri una nota di Mi, di cui potrebbe discutere anche il Csm con la proposta del consigliere renziano Ernesto Carbone. Anche la mozione Unicost all'Anm, che Il Giornale ha visionato, si teneva in perfetto equilibro. Ma alla fine le lusinghe barricadere di Area e Md hanno stranamente prevalso e l'Anm ha scelto la via dello scontro, lanciando lo stato di agitazione e un paio di pizzini preventivi a Nordio contro un (al momento solo ipotetico) invio di ispettori a Catania, dichiarandosi pregiudizialmente contraria al potere del Guardasigilli di disporre accertamenti ispettivi o altre azioni disciplinari contro Iolanda Apostolico, il giudice siciliano che con la sua sentenza ha demolito il decreto Cutro per un presunto contrasto con le norme Ue, smontando di fatto la stretta del governo sull'immigrazione clandestina. «Basta intimidire i giudici che non si allineano a un certo indirizzo politico», sibila l'Anm. Fa sorridere anche la richiesta al Garante della privacy «a tutela delle intrusioni indebite» contro la Apostolico (vedi il video che la ritrae alla manifestazione anti Salvini): proprio l'Anm per le chat dell'ex leader di Unicost Luca Palamara si è beccata una sanzione.

Il peggiore pizzino però lo firma Area contro Mi, accusata di collateralismo: «Si sta saldando un asse con la maggioranza», che ha come contropartita «monopolizzare le nomine dell'autogoverno in cambio della tacitazione della magistratura» Accuse a cui ieri ha risposto Mi con una nota durissima: «Quel documento è una vera e propria dichiarazione di guerra» che rischia di condurci «in una spirale di contrapposizione con la politica. Restiamo sconcertati per l'infima accusa sulle nomine, tanto volgare quanto falsa e diffamatoria. Tutto ciò ci autorizza a dubitare del fatto che per Area il problema sia la difesa dei colleghi. È uno dei punti più bassi della nostra vita associativa».

La Lega prova a sguazzare in questa frattura che pare insanabile, lodando «la saggezza e l'equilibrio» dimostrato da Mi, ma è il leader della corrente moderata Angelo Piraino a ribattere: «Se veramente la Lega condivide i valori della sobrietà della autocritica, allora che cessino immediatamente gli attacchi personali ai magistrati e si cominci a parlare del contenuto dei provvedimenti».

Già: la sentenza «svuota Cpr» ha già fatto giurisprudenza. Il ricorso annunciato da Nordio e dal Viminale è in mano all'Avvocatura di Stato, il punto di partenza sta nelle parole pronunciate qualche giorno fa dal sottosegretario Alfredo Mantovano: «Non compete alle Corti né l'invenzione del diritto, né la sostituzione a organi nazionali o sovranazionali».

Non può essere una sentenza a «comporre quei conflitti che richiedono l'esercizio della discrezionalità politica», è il senso del ragionamento di Mantovano. Se un giudice pensa che una legge sia motivamente incostituzionale deve sollevare la questione di illegittimità, non disapplicare la legge. Ecco perché Area e Md abbaiano al dito, anziché alla Luna.

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