Toghe rosse, al convegno il capo (indagato) dell'ong

L'armatore Metz al seminario di Md, sebbene accusato di favorire l'immigrazione clandestina

Toghe rosse, al convegno il capo (indagato) dell'ong

Singolare iniziativa di Magistratura democratica, «associazione aperta alla adesione di tutti i magistrati», come essa stessa si definisce, e «componente dell'Associazione nazionale magistrati (Anm)», anche se autonoma rispetto a quest'ultima. Magistratura democratica ha organizzato un convegno dal titolo «Un mare di vergogna. L'inabissarsi dei diritti fondamentali», in programma per l'1 e il 2 ottobre a Reggio Calabria.

Ebbene, la due-giorni dedicata «alle violazioni dei diritti umani fondamentali dei migranti, persone vulnerabili in movimento: dai respingimenti informali alle omissioni di soccorso» annovera tra i relatori Alessandro Metz, qui indicato come Sandro, della Ong Mediterranea Save Humans. Metz è l'armatore della nave Mare Jonio di Mediterranea, indagato con altre 7 persone orbitanti nell'ambito della Ong italiana, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, reato aggravato dallo scopo di profitto. In pratica Metz insieme all'ex disobbediente Luca Casarini, al capo missione Beppe Caccia, al comandante Pietro Marrone, e ai 4 componenti dell'equipaggio: Alessandra Sciurba, Agnese Colpani, Giuseppe Fabrizio Gatti e Iaon Gerogios Apostolopoulos, secondo la procura di Ragusa titolare dell'inchiesta, ha incamerato 125mila euro per trasbordare 27 migranti sulla Mare Jonio dalla petroliera danese Maersk Etienne per poi farli sbarcare a Pozzallo il 12 settembre 2020. Il processo non è ancora iniziato, anzi la procura di Ragusa ha chiesto la proroga delle indagini, ma che tra i relatori di un convegno organizzato da una frangia della magistratura ci sia un indagato e, peraltro, proprio nell'ambito in cui viene invitato a parlare ad un pubblico, certo non può passare inosservato. Le accuse formulate dalla procura iblea nel caso «Mare Jonio» evidentemente non interessano l'associazione Md, che avrebbe potuto attendere la conclusione del «caso» prima di dare parola a un indagato, optando per dare parola ad altre Ong.

Nessun commento da parte del procuratore capo di Ragusa, Fabio D'Anna, che prosegue la sua inchiesta con l'obiettivo di addivenire alla verità. Sono numerose le intercettazioni telefoniche nel caso «Mare Jonio», e alcune riguardano proprio l'armatore Metz: «Domani a quest'ora potremmo essere con lo champagne in mano a festeggiare perché arriva la risposta dei danesi - dice Casarini a Metz parlando del denaro richiesto ai danesi per effettuare il trasbordo dalla petroliera a Mare Jonio e se domani ci sarà l'ok abbiamo svoltato e possiamo pagare stipendi e debiti».

Md non è nuova a colpi di scena.

Basti pensare al caso Lucano, dove il magistrato Emilio Sirianni, moderatore nel convegno della sessione sulle Ong, è stato in passato indagato in quanto dava consigli su come comportarsi al sindaco di Riace, Mimmo Lucano, indagato a sua volta per il suo sistema di accoglienza dei migranti. Sirianni, giudice della Corte di Appello di Catanzaro, è stato assolto dalla sezione disciplinare del Csm. Ma restano le sue imbarazzanti intercettazioni telefoniche.

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