Toh, la sinistra vuole i soldi dal Forteto

Giani: Fiesoli ci risarcisca. Ma per anni il Pd non ha visto l'orrore della comunità

Toh, la sinistra vuole i soldi dal Forteto
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Anche il Pd scopre il Forteto. Ci sono voluti anni, l'inchiesta della magistratura che ha definitivamente condannato nel 2019 Rodolfo Fiesoli a più di dieci anni di galera, l'avvio di una commissione parlamentare d'inchiesta e una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha costretto lo Stato italiano a risarcire con delle briciole (35mila euro per danni morali e altri 2mila per le spese legali) L.F, una delle tantissime vittime della comunità toscana il Forteto al Mugello, il cui fondatore - che diceva di ispirarsi a don Lorenzo Milani - è stato condannato in via definitiva nel 2019.

A presentare il ricorso a Strasburgo era stato l'avvocato Giovanni Marchesi, che ha convinto i giudici europei a condannare il Paese, colpevole di non aver protetto abbastanza la vittima L.F. dai trattamenti «inumani e degradanti» subiti all'interno della comunità. Anche la Regione Toscana, per bocca del governatore Pd, Eugenio Giani, ha confermato che l'ente è pronto a presentare una richiesta di danno d'immagine pari a 5 milioni di euro: «Saremo chiari e determinati, le violenze sui minori sono vergognose», dice il presidente dem. Peccato che Fiesoli fosse un militante del Pd, peccato che le prime condanne per abusi sessuali e maltrattamenti fossero del 1985. «L.F. è rimasta 30 anni al Forteto», conferma Marchese. La sinistra sapeva, e ha taciuto, ha sottovalutato l'orrore di chi ha dovuto subire le violenze degli orchi del Forteto, ci sono state le stesse sottovalutazioni del caso Bibbiano se non delle pericolose complicità, quantomeno la stessa superficialità sugli affidamenti di minori a delle comunità con modalità poco chiare come in Emilia-Romagna, tanto che il Forteto per anni ha ricevuto soldi pubblici che hanno consentito a Fiesoli di portare avanti il suo mattatoio sessuale indisturbato.

L'orco del Mugello, che era di casa alle feste dell'Unità, recentemente è stato scarcerato dal Tribunale di sorveglianza di Venezia e spedito in una Rsa nel Padovano perché le sue condizioni di salute sarebbero incompatibili con la detenzione.

Fratelli d'Italia ha presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere di conoscere le motivazioni, a giorni la commissione d'inchiesta dovrebbe vedere la luce. E chissà che non saltino fuori le vere complicità della sinistra. Con buona pace di Giani, che vuol far cassa sul dolore che non voleva vedere.

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