Torino, vietato sventolare bandiere ucraine. Gli antagonisti allontanano i militanti di Iv e +Europa

Festa rovinata nel capoluogo piemontese. Scontri con la polizia. A Milano i "pro Pal" contro gli ebrei

Torino, vietato sventolare bandiere ucraine. Gli antagonisti allontanano i militanti di Iv e +Europa
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I disordini del 25 aprile cominciano ancora prima del 25 aprile. Pronti, via e, nonostante gli inviti alla sobrietà arrivati dal governo, si parte con i primi scontri, già dalla serata di ieri.

La miccia scoppia a Torino. La dinamite sono, ancora una volta, gli «antagonisti». Il tutto accade al termine della fiaccolata prevista in serata, in occasione della Festa della Liberazione. In quel momento lo spezzone del corteo formato da centri sociali, autonomi e movimenti «Pro-Palestina» sale sul palco, rimuove le transenne e arriva al contatto con la Polizia.

Gli estremisti, al grido di «Resistenza contro guerra, riarmo e genocidio», hanno esposto un fantoccio del sindaco dem Stefano Lo Russo in mimetica militare. Ma non solo. «Ai militanti di Italia Viva e Più Europa è stato impedito da alcuni gruppi estremisti e facinorosi di partecipare al tradizionale corteo che si tiene in città la sera prima del 25 aprile.

«Senza l'intervento di un cordone della Polizia, sarebbe potuto succedere il peggio. La colpa dei nostri militanti è stata quella di portare bandiere ucraine ed europee in piazza. A loro va tutta la nostra solidarietà, che ci auguriamo presto arrivi da tutte le forze politiche», denunciano i senatori di Italia Viva Silvia Fregolent ed Enrico Borghi e il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova.

È stato impedito, in buona sostanza, a chi sostiene la resistenza ucraina di partecipare alle commemorazioni della Resistenza italiana e della liberazione dal nazifascismo.

In mattinata, invece, è andata in scena la celebrazione in Parlamento, tra i banchi vuoti anche dell'opposizione, che pure aveva chiesto al presidente del Senato Ignazio La Russa di presiedere una commemorazione solenne. Per il Partito democratico sono in Aula 20 dei 36 senatori, ma non il capogruppo Francesco Boccia. Per Italia Viva - che ha proposto la richiesta al Senato con la prima firma della capogruppo Raffaella Paita - non si è presentato soltanto Matteo Renzi, ma non c'erano nemmeno i due senatori di Azione, ovvero Marco Lombardo e il leader Carlo Calenda. Assenti tutti i senatori a vita, con la sola eccezione dell'ex premier Mario Monti. Nel M5s presenti in 15 su 26. Nel centrodestra, invece, sono in Aula 12 leghisti su 29. Per Fratelli d'Italia timbrano il cartellino in 38 su 66, mentre in Forza Italia ci sono 6 parlamentari su 20. Per Avs c'è il senatore Tino Magni.

E sempre a Palazzo Madama scatta la polemica tra Italia Viva e La Russa. Il presidente del Senato fa il suo intervento parlando da seduto. A quel punto, Paita e i senatori di Iv si alzano in piedi. A ruota li seguono quelli del Pd. «Dovreste stare in piedi mentre parlano anche tutti gli altri», ha risposto La Russa. Che ha parlato di «polemica veramente fuori luogo». Quindi ha proseguito il suo discorso in piedi, specificando che però avrebbe dovuto accorciarlo, tra i brusii dell'opposizione che lo aveva esortato ad alzarsi in piedi per celebrare il 25 aprile. Ma dall'opposizione c'è chi fa notare che, alla Camera, erano soltanto tre i ministri presenti alla celebrazione della Liberazione.

Polemiche che si intrecciano con le preoccupazioni sulla sicurezza. Dopo l'antipasto offerto dagli antagonisti torinesi, ora si temono i Pro-Pal. In particolare si temono infiltrazioni dei filo palestinesi nei cortei più grandi, come a Milano, dove i giovani Palestinesi vogliono mettersi alla testa della manifestazione.

«Si stanno organizzando, vogliono scatenare la violenza», è l'allarme lanciato dal presidente della Comunità Ebraica di Milano Walker Meghnagi in un'intervista a Il Riformista. «Il 25 aprile ostaggio della violenza contro gli ebrei», denuncia Stefano Parisi dell'associazione Setteottobre.

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