Torna il rito del calcetto (ma la doccia si fa a casa)

Campi sold out. Spogliatoi inutilizzabili

Torna il rito del calcetto (ma la doccia si fa a casa)

La Cialtron's League riparte oggi in tutta Italia. Da questa mattina inutile provare a prenotare un'ora di «calcio a 5» o di «calcio a 8», dove 5 e 8 sono variabili impazzite dipendenti dalla follia cialtronesca (di qui il nome di Cialtron's League) dei - presunti - calciatori che rispondono «Presente!» alla convocazione, ma poi non si presentano (un classico delle partitelle scapoli-ammogliati); e di quelli che hanno comunicato «Questa volta non posso proprio venire», ma a partita cominciata si materializzano a bordo campo sfoggiando un sorriso ebete e la solita frase: «Eccomi, mi sono liberato!». Per la storica domenica odierna - il 26 aprile è una data che i calcettomani amatoriali si faranno tatuare sul polpaccio - le defezioni fuori tempo massimo sono praticamente inesistenti; da ieri mail e chat degli organizzatori addetti al delicatissimo (e sempre contestato) compito di mettere giù le formazioni sono intasate di quesiti inediti del tipo: «Ci spogliamo negli spogliatoi?», «E la doccia?», «Dopo un gol possiamo abbracciarci?», «Se scoppia una rissa dobbiamo picchiarci rispettando il distanziamento sociale?». E allora ecco il benemerito «Rag. Filini» addetto al torneo rispondere con paziente chiarezza: «No, gli spogliatoi restano chiusi», «La doccia, e/o il bagno, vanno fatti a casa», «È improbabile che qualcuno riesca a segnare, ma nell'eventualità vige libertà di scelta», «Sarebbe meglio evitare le risse e, se possibile, limitarsi alle ingiurie a due metri di sicurezza». Tutto quello che abbiamo detto per il calcetto vale ovviamente anche per gli altri «sport di contatto», anche se non risulta che ci sia la fila per cimentarsi in gare di basket, rugby o volley; forse non è un caso che esista il film «Amore, bugie & calcetto» e nessuna pellicola intitolata «Amore, bugie & pallavolo».

Ma, a prescindere dai gusti per questa o quella disciplina, è fondamentale che da oggi gli italiani tornino a rimpossessarsi dell'attività sportiva con tutto ciò che comporta in termini di relazioni interpersonali e benessere psico-fisico. Per due anni siamo rimasti fermi in panchina. Ora vogliamo solo giocare. E che nessuno osi mai più farci smettere.

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