La Toscana tra danni e fiato sospeso

Dopo l'alluvione, si teme un nuovo peggioramento del meteo. L'ipotesi di altre evacuazioni

La Toscana tra danni e fiato sospeso
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A 36 ore dalla tempesta di pioggia che ha travolto la Toscana si scava ancora, e proprio nel giorno che ricorda l'alluvione del '66 che mise in ginocchio Firenze, soccorritori e tecnici continuano gli interventi per cercare di ripristinare un briciolo di normalità, in primis sul fronte della fornitura elettrica e idrica. Ancora ieri, erano quasi 10mila le famiglie senza luce mentre nel solo abitato di Seano (Prato) - la frazione alluvionata per prima giovedì sera per l'esondazione di un fosso di bonifica ben 15mila abitazioni erano prive di acqua corrente: l'acqua stagnante ha bloccato l'impianto di potabilizzazione e di conseguenza rubinetti a secco anche in tutto il comune di Carmignano, sempre nel pratese. Quasi 12mila persone restano invece ancora isolate, raggiungibili soltanto con i mezzi anfibi dei vigili del fuoco per la consegna di cibo e beni di prima necessità. Ogni ora, al centralino del Nue arrivano oltre 2mila chiamate con richieste di soccorso, e hanno sfiorato quota tremila gli interventi effettuati finora dai quasi 600 uomini al lavoro con 150 automezzi. A Quarrata (Pistoia) i pompieri hanno soccorso una neonata di 2 mesi e i genitori, rimasti senz'acqua né luce: l'hanno recuperata infagottata in una coperta di pile grigio, al primo piano di un'abitazione.

«Durante la notte ha spiegato il governatore Eugenio Giani - si è continuato a lavorare laddove possibile e già da stamattina saranno operative task force arrivate dalle altre regioni d'Italia verso la Toscana». Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio ha ribadito che «le zone più in sofferenza sono Prato, Pistoia e Campi Bisenzio», il Comune dell'hinterland fiorentino diventato simbolo dei disagi causati dal maltempo. In queste e altre zone il livello dell'acqua resta alto, a fronte della presenza di migliaia di case. Anche per questo motivo, in attesa di un probabile peggioramento delle condizioni meteo nelle ore notturne, diversi sindaci stanno valutando evacuazioni preventive dei territori più a rischio: i provvedimenti sia di singole abitazioni che di intere frazioni - potrebbero riguardare migliaia di persone.

Con sette morti e un paio di dispersi, le comunità delle province di Firenze, Prato, Lucca e Livorno guardano con grande preoccupazione alle previsioni meteo e iniziano a contare i danni, che una prima stima ipotizza tra i 250 e i 300 milioni di euro. «In appena due ore spiega Filippo Contini Bonacossi, titolare della tenuta vitivinicola di Capezzana, a Carmignano (Prato) - ha provocato danni per centinaia di migliaia di euro». La macchina della solidarietà si è già messa all'opera, e sono migliaia i volontari arrivati da tutta la regione nelle zone più colpite. Almeno tremila sono all'opera a Campi Bisenzio: chi ha imbracciato una vanga per spalare fango, chi ha preparato un pasto caldo, chi ha messo a disposizione la casa per chi si è visto portare via dalla piena la propria, chi infine ha regalato attrezzi per pulire o donato per comprare i beni necessari.

Se il Mugello (già duramente colpito lo scorso maggio dall'alluvione dell'Emilia Romagna) e l'area metropolitana fiorentina hanno subito ingenti danni, nel capoluogo - dove la piena dell'Arno è passata senza causare problemi la situazione è invece migliore, almeno per il momento, grazie anche al funzionamento della diga di Bilancino e al sistema di vasche di laminazione messo a punto negli ultimi anni.

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