Dopo le inchieste giornalistiche, il blitz nelle ambasciate in Sri Lanka, Bangladesh e Pakistan deciso dal ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani: «Questo governo ha come obiettivo prioritario la lotta ad ogni forma di ingresso illegale in Italia». Nei giorni scorsi Il Giornale e Libero hanno rivelato una serie di traffici di visti falsi a pagamento per venire in Italia. L'ipotesi che ci siano persino passaporti contraffatti grazie alla complicità del nostro personale diplomatico a causa di una mancanza quasi assoluta di controlli ha convinto il ministero degli Esteri a muoversi rapidamente. «Saranno presto a disposizione delle autorità competenti i rapporti sull'ispezione disposta per verificare le procedure applicate nel rilascio di visti di ingresso per l'Italia», recita una nota diffusa nella tarda serata di ieri. Della delegazione ispettiva facevano parte anche funzionari della Farnesina e forze dell'ordine (polizia, carabinieri e Guardia di finanza). Dai primi riscontri del lavoro ispettivo emergerebbe che questi tre Paesi - per colpa di un contesto ambientale estremamente difficile - sarebbero oggetto di un elevato numero di documenti falsi, presentati a tutte le ambasciate dei Paesi Schengen per ottenere l'ingresso in Europa. «Se ci sono irregolarità saranno contrastate in maniera inflessibile - ha poi aggiunto - Ho già dato precise e più stringenti istruzioni a tutte le ambasciate e a tutti i consolati per rafforzare la lotta contro ogni forma di malaffare ai danni del nostro Paese. Per questo è urgente proseguire nel percorso avviato da questo governo anche con le forze politiche del Parlamento per dare alle nostre sedi all'estero maggiori risorse per questa azione prioritaria».
La vicenda nasce principalmente dalle denunce del deputato di Fratelli d'Italia Andrea Di Giuseppe, che ha lavorato sotto copertura per denunciare un racket di visti in ingresso nel nostro Paese, venduti a migliaia di persone arrivate in Italia da Bangladesh, Filippine e Pakistan. Anche sulla storiaccia dei mille visti in bianco spariti dalla una nostra ambasciata a Islamabad e scoperta dal nostro collega Giuseppe De Lorenzo il 2 luglio di due anni fa ci potrebbero essere nuovi sviluppi.
Dietro il visto italiano «sospetto» intercettato sul passaporto di un cittadino pakistano all'aeroporto di Malè il 6 aprile 2021, sticker siglato ITA 041913980, rilasciato a Karachi ma con il timbro di Islamabad, si nasconderebbe uno spaventoso mercato che avrebbe favorito migliaia di ingressi illegittimi in Italia. «È stata confermata la mia denuncia, sono molto soddisfatto per come la Farnesina si è mossa. Dopo decenni il ministero ha capito che deve fare pulizia», dice Di Giuseppe al Giornale.
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