Marco Gemelli
Potrebbe essere stata una caduta accidentale mentre si arrampicava su un traliccio, oppure un malfunzionamento del paracadute al momento di buttarsi di sotto. In ogni caso il «base jumping» è stato fatale a un paracadutista del reggimento d'assalto Col Moschin, trovato senza vita a Piombino giovedì notte.
Secondo quanto ricostruito l'uomo il 31enne Emanuele Giuseppe Vetere, originario della provincia di Cremona era libero dal servizio e stava svolgendo un'attività di paracadutismo sportivo in solitaria, quando qualcosa è andato storto ed è caduto nel vuoto: le indagini potranno aiutare a capire le dinamiche che hanno portato il militare alla morte, ma pare ormai fuori dubbio che il parà fosse sul luogo della tragedia per effettuare un lancio di «base jumping», attività paracadutistica che prevede il lancio da altezze considerevoli - in genere un monte o, appunto, un traliccio per poi atterrare grazie a un paracadute. A ritrovare il corpo di Vetere nel cuore della notte sono stati proprio i suoi commilitoni, andati a cercare la vittima preoccupati di non avere sue notizie. Lo aspettavano per cena a Livorno, ma non riuscendo a rintracciarlo per telefono si sono messi sulle sue tracce: con un brutto presentimento sono partiti per Piombino, dove sapevano che l'uomo era andato per lanciarsi, nella ex centrale elettrica di Tor del Sale in località Perelli.
Dopo aver riconosciuto l'auto della vittima parcheggiata, sono entrati e hanno trovato il corpo senza vita dell'amico riverso a terra ad una decina di metri dalla base del traliccio di un operatore telefonico su cui Vetere si era arrampicato. I paracadutisti hanno subito dato l'allarme e sul posto sono immediatamente arrivati i carabinieri e il personale del 118, ma per l'uomo non c'era più nulla da fare: vista la caduta da circa 60 metri d'altezza, i soccorritori non hanno potuto che constatare il decesso. La zona dove è avvenuto l'incidente è stata delimitata dai carabinieri, che ieri ha svolto perlustrazioni per cercare elementi utili alle indagini. L'area è di proprietà di Enel, ma l'incidente è avvenuto al di fuori del perimetro della ex centrale elettrica: secondo la compagnia l'area è presidiata giorno e notte «per attività propedeutiche alla dismissione e alle demolizioni».
Sempre secondo Enel, che si è resa disponibile a collaborare con gli inquirenti, «l'incidente è avvenuto a seguito di un accesso non autorizzato nel corso della notte, scavalcando la recinzione perimetrale».
Molto appassionato di sport estremi, Emanuele Vetere viveva da qualche anno a Livorno, dove ha sede il reggimento Col Moschin, e praticava regolarmente triathlon, sci, IronMan e appunto paracadutismo: molte foto postate dalla vittima su Instagram e Facebook lo ritraggono durante le varie attività, e aveva partecipato a competizioni di triathlon anche all'estero. Una che, alla fine, gli è costata la vita.
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