Da quando Giuseppe Conte è stato messo in un angolo dai 5 Stelle, che hanno preferito le larghe intese del governo Draghi "tradendo" il loro prode, si fa per dire, ex condottiero, Marco Travaglio ha iniziato una crociata senza quartiere contro il grillini. L'ultimo attacco del direttore de Il fatto quotidiano, da sempre megafono delle imprese pentastellate, è stato scagliato contro l'ok dato dal M5s alla riforma della giustizia. Non si può nemmeno più chiamare fuoco amico quello di Travaglio contro il Movimento 5 Stelle, visto che da ormai molte settimane il direttore ha il dente avvelenato contro i grillini, la cui incoerenza non può essere nascosta nemmeno dal loro più strenuo difensore.
Talmente è grande la delusione di Marco Travaglio, che nel suo editoriale spiega che "gli unici coerenti sul Salva ladri Draghi-Cartabia sono quelli che l'hanno sempre voluto, cioè i berluscones. Tutti gli altri devono semplicemente vergognarsi". Sono parole forti se dette da chi, da anni, si scaglia pretestuosamente contro Silvio Berlusconi e il suo partito. Per chi conosce la storia editoriale di Travaglio degli ultimi anni, leggere da parte sua che i 5s dovrebbero vergognarsi strappa un sorriso.
La riforma di Marta Cartabia scaccia via quella di Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia targato Movimento 5 stelle nei governi Conte I e II. Una riforma che Marco Travaglio nel suo editoriale ha difeso strenuamente contro i nuovi grillini, colpevoli di aver contribuito al suo sbianchettamento. In effetti, il M5s sotto la guida di Giuseppe Conte si è dimenato per l'approvazione della riforma Bonafede ma ora ha accettato quella Cartabia.
"Per gli avvocati o i magistrati collusi sarà un gioco da ragazzi far durare il secondo grado 36 mesi e il terzo 18 per garantire l'impunità ai clienti o compari (bel progresso, rispetto ai 24 e ai 12 mesi di prima). E non più con la prescrizione, che in fase processuale implica un giudizio di colpevolezza e fa salvi i risarcimenti alle vittime, ma con l' 'improcedibilità', che lascia pulita non solo la fedinapenale, ma pure la coscienza del criminale impunito", picchia duro Travaglio scoprendo l'incorenza dei grillini.
Davanti alla riforma Cartabia, non c'è giustificazione per i pentastellati agli occhi di Marco Travaglio, che frusta: "Si sono piegati anche questa volta, anziché votare contro o almeno astenersi e farsi rincorrere da chi voleva salvare la baracca. E l'han fatto nella forma più mortificante, nascondendosi dietro una fogliolina di fico esposta al primo sbuffo di vento". Una sciabolata di forza del direttore de Il fatto quotidiano ai suoi (ex?) protetti, che potevano affossare la riforma correndo il rischio di far cadere il governo, prendendo "i classici due piccioni con una fava". Questa la visione di Travaglio nel suo attacco al MoVimento che, evidentemente, ha preferito contraddire se stesso pur di mantenere le poltrone che, difficilmente, riavranno alla prossima tornata elettorale.
La delusione di Marco Travaglio nei confronti dei grillini, che "in piena sindrome di Stoccolma, digeriscono anche i sassi", è grande. "Fortuna che erano entrati nel governo Draghi per 'vigilare', 'controllare' e 'difendere' le loro conquiste", ironizza con amarezza il direttore.
Quindi Travaglio sguaina la spada per l'ultima difesa a Giuseppe Conte, affossando per l'ennesima volta i grillini: "Dovrà valutare
seriamente se gli convenga ereditare un guscio vuoto, anzi pieno di pusillanimi che svendono ideali e princìpi per un piatto di lenticchie. O se non sia meglio costruire qualcosa di nuovo, senza zavorre fra i piedi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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