Tregua olimpica tra le Coree. Kim e Moon pronti a parlare

Dopo la mano tesa di Pyongyang arriva l'invito di Seul Colloqui il 9 gennaio. Trump: "Le sanzioni funzionano"

Tregua olimpica tra le Coree. Kim e Moon pronti a parlare

Il «disgelo» potrebbe avere il volto e il sorriso di Ryom Tae-ok e Kim Ju-sik, la giovane coppia del pattinaggio artistico, ma di sicuro sarà la macchina della diplomazia, mutuata dall'evento a cinque cerchi, ad aprire un varco che fino a pochi giorni fa sembrava più che altro materia da Black Mirror. Ha iniziato a sorpresa Kim Jong-un, che nel suo messaggio di inizio anno alla nazione ha parlato di una possibile delegazione nordcoreana ai giochi olimpici invernali di PyeongChang. Seul ha colto la palla al balzo proponendo, e mettendo in calendario per martedì 9 gennaio al villaggio di Panmunjeom (dove venne firmato l'armistizio del 1953 che pose fine alla Guerra di Corea), colloqui ad alto livello bilaterali per favorire la partecipazione degli atleti di Pyongyang. La regia è del ministro dell'Unificazione Cho Myoung-gyon, su impulso del presidente sudcoreano Moon Jae-in, che aveva al tempo stesso invitato i dicasteri dello Sport dei due Paesi a riavviare un dialogo. Moon nella prima riunione di gabinetto del 2018 ha posto però dei paletti, ribadendo che «il miglioramento dei rapporti non può essere separato dal nodo nucleare».

Kim, ripreso dalle telecamere della Korean Central Television, era partito con le solite minacce: «Sulla mia scrivania c'è un pulsante nucleare. L'intera area degli Stati Uniti continentali è sotto il mio raggio d'azione». Poco dopo però ha parlato, positivamente, delle imminenti Olimpiadi invernali. «Saranno una grande opportunità per il Paese. Speriamo sinceramente che siano un successo - ha dichiarato - è l'occasione unica per migliorare la collaborazione tra le due Coree, facendo del 2018 un anno di importanza per entrambe le parti». L'apertura fatta da Kim lunedì è stata la prima ufficiale sulla partecipazione alla kermesse di PyeongChang, in programma dal 9 al 25 febbraio prossimi nella località sciistica che dista appena 80 chilometri dal confine. Sulle parole del leader nordcoreano si è espressa positivamente la Cina. «Questa è una buona cosa - ha affermato in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang -. Pechino sosterrà ogni sforzo efficace al miglioramento delle relazioni». Da parte sua Donald Trump considera la notizia «buona, anche se rimango scettico». Secondo gli analisti l'apertura sulle Olimpiadi potrebbe creare fratture tra Washington e Seul, e l'obiettivo del regime di Kim potrebbe essere quello di allontanare i due Paesi alleati dal 1948. Molti aspetti si chiariranno quando la Casa Bianca risponderà alla proposta di Seul di spostare le esercitazioni congiunte dopo le Olimpiadi, rispettando l'antica tregua a cinque cerchi.

Martedì prossimo a Panmunjeom, località sul confine tra le due nazioni, la Corea del Nord sarà rappresentata, a meno di ripensamenti dell'ultima ora, dal vice-premier Ro Tu Chol. L'uomo era balzato agli onori delle cronache italiane lo scorso settembre quando ordinò al calciatore del Perugia Han Kwang Song di non partecipare alla Domenica Sportiva su Rai Due.

Le speranze di dialogo sono affidate quindi a un personaggio tutt'altro che diplomatico. Seul si affiderà al già ricordato ministro dell'Unificazione Cho Myoung-gyon e a quello dello Sport Do Jong-hwan, di professione poeta.

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