Tria incassa il sostegno della Ue Ma Intesa ora presenta il conto

L'ad Messina: «L'incertezza ci è già costata dieci miliardi»

Tria incassa il sostegno della Ue Ma Intesa ora presenta il conto

Roma Il filo diretto tra il ministero dell'Economia e Bruxelles non si è interrotto. Sui temi economici i rapporti tra Italia ed Europa, spiegava ieri una fonte delle istituzioni comunitarie, sono migliori oggi di quanto lo fossero in un passato recente.

A conferma del clima, ieri il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, ha incassato due dichiarazioni di sostegno pesanti dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici e dal vicepresidente Valdis Dombrovskis.

Più complicato il fronte interno dove Tria se la deve vedere con promesse difficili da mantenere dei colleghi ministri. E con gli strascichi dell'instabilità degli ultimi mesi, ai quali ieri ha fatto riferimento il banchiere italiano più ascoltato, l'ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina.

«Il ministro Tria - ha spiegato parlando a margine del lancio del polo assicurativo del gruppo - ha fatto bene a dire che la riduzione del debito è una priorità, ma la maggioranza quelle cose avrebbe dovuto dirle un mese fa, così avremmo evitato l'innalzamento dello spread e la caduta delle Borse». L'instabilità politica è finita. L'incertezza dei mercati si è attenuata dopo le prima due uscite del ministro, l'intervista a un quotidiano e l'intervento in Parlamento per la votazione del Def.

Ma le ferite di quel passaggio non sono ancora rimarginate. Prima dell'impennata dello spread, ha spiegato Messina, «noi capitalizzavamo 53-54 miliardi, eravamo la terza banca d'Europa. Oggi capitalizziamo 43-44 miliardi, siamo la quinta banca d'Europa e abbiamo perso dieci miliardi nei valori di Borsa, con una riduzione anche della nostra forza relativa in Europa».

Se Intesa scendesse «sotto un certo livello di capitalizzazione» sotto i 33 miliardi il gruppo diventerebbe «contendibile, perché i nostri investitori sono internazionali».

Molto dipenderà quindi dallo stesso ministro dell'Economia che ieri ha di nuovo giocato la carta dell'affidabilità. Le sfide di questo governo, ha spiegato alla cerimonia per l'anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza, sono «condizionate alla particolare situazione economica e dovranno essere affrontate nel segno della continuità con le politiche adottate nel passato per gestire al meglio il presente». Quindi niente scelte senza coperture. Anche il taglio delle tasse non potrà che essere subordinato al recupero di evasione fiscale.

Estrema prudenza, apprezzata in particolare a Bruxelles. Ieri il commissario Ue Moscovici ha confermato che «sono stati presi dei contatti» con il governo italiano, per cui «ho avuto anch'io l'occasione di parlare con Giovanni Tria e di sentirlo riaffermare con forza l'impegno dell'Italia a far parte, in modo centrale, della zona euro» e a «contribuire in modo positivo all'approfondimento dell'unione monetaria».

Anche il vicepresidente

Dombrovskis, si aspetta che l'Italia partecipi alla discussione sulla riforma dell'unione monetaria. Prima tappa per sondare il reale stato dei rapporti tra il governo e l'Ue, l'Eurogruppo e l'Ecofin che iniziano oggi a Lussemburgo.

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