Chissà se Pasquale Tridico, ora che è la sua nomina a commissario è ufficiale, deciderà di cambiare il database dell'Inps che fino a qualche settimana fa, quando si trattava di fare i conti sulla platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza, considerava "meno affidabile di quello del ministero del Lavoro, usato e testato anche in passato". E chissà se, ora che la sua nomina è frutto anche del placet della Lega, Tridico cambierà giudizio anche sul Carroccio. Lo scopriremo solo vivendo, direbbe qualcuno. Quel che è certo è che il successore di Tito Boeri non ha speso parole positive nei confronti del partito di Salvini, anzi, ha sempre auspicato un'alleanza con il Pd piuttosto che coi "barbari" padani. Il 28 marzo 2018, tanto per dirne una, il professore di Economia politica all'Università di Roma Tre sentenziava tranchant: "La Flat Tax non è realizzabile". Un mese dopo rispondeva così sull'ipotesi di un accordo del M5s con il Pd o con la Lega: "Non posso rispondere e la mia opinione, essendo io un tecnico, conta meno di zero. Io comunque per formazione culturale sono vicino al lavoro e chi soffre per il lavoro, quindi culturalmente sono a sinistra, l'ho già detto e non ho difficoltà a ripeterlo".
Il 26 aprile poi Tridico rincarava la dose e auspicava un accordo del M5s con i dem: "Giustamente spetta ai capi designati, a Martina da una parte e a Luigi Di Maio dall'altro, sono loro che andranno a negoziare quello che c'è da negoziare, si parte da due programmi diversi, però sinceramente se c'è l'intenzione e la volontà di pensare a una convergenza, questa ci può essere". Passa neanche un mese e l'idiosincrasia di Tridico, all'epoca ministro del Lavoro in pectore del M5S, nei confronti della Lega si palesa forte e cristallina: "Ho lasciato quando ho visto che si profilava l'accordo con la Lega. Dal mio punto di vista di uomo di sinistra un'alleanza di questo tipo è un problema. La mia figura avrebbe creato conflitti. Non ce l'avrei fatta né a fare un governo con la Lega né ad accettare che dei cavalli di battaglia del Movimento, come restituire la dignità ai lavoratori, non fossero nel programma".
Poi l'attacco ancora più diretto alla Lega: "Nel contratto non c'è nessuna misura per risolvere i problemi del mercato del lavoro. Non c'è nulla sul patto per la produttività e soprattutto nulla sul Sud. Nel reddito di cittadinanza viene scritto che è solo "per gli italiani", mentre nella proposta di legge del M5S si parlava anche degli stranieri residenti da due anni in Italia. Anche il pacchetto di welfare per le famiglie è solo "per gli italiani" Non va bene: puoi imporre il requisito di residenza, non di italianità". Bordate pure sulla flat tax: "È inaccettabile. È l'ultima cosa che si dovrebbe fare in un Paese dove sono aumentate le diseguaglianze. Al massimo serve aumentare le tasse ai redditi alti, non certo ridurle, cosa che invece fa la flat tax". Eppure, su alcuni temi invece, il "padre" del reddito di cittadinanza non sembrava poi così distante dalla Lega. Basti pensare al Jobs Act e alla riforma Fornero, entrambe da superare per il cosentino 43enne. Ma è difficile inquadrare politicamente il tecnico Tridico.
Un esempio su tutti? Quando nel marzo dell'anno scorso propose di ridurre l'orario di lavoro fu l'esponente del Pd Stefano Pedica a rispondergli paragonandolo a Cetto La Qualunque: "Dopo il reddito di cittadinanza, il M5s passa alla riduzione dell'orario di lavoro. Oramai manca solo "più pilu per tutti"".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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