Trionfa il telegenico Justin Trudeau, figlio dell'ex premier Pierre

Il Canada gira pagina e svolta a sinistra. È stata schiacciante la vittoria elettorale dei Liberali che sono andati oltre ogni aspettativa portando a casa un governo di maggioranza, guidato da Justin Trudeau: si sono aggiudicati 184 seggi alla Camera dei Comuni (nel 2011 ne avevano vinti solo 34), sbaragliando i Conservatori del primo ministro Stephen Harper in carica da 10 anni (99 seggi), il Nuovo Partito Democratico (44), il Bloc Québécois (10) e i Verdi (1). In particolare alla sinistra è andato il 39,5% dei consensi, il 31,9% ai Conservatori, il 19,7% al Nuovo partito democratico, il 4,7% al Bloc Québécois e il 3,5% ai Verdi. Un risultato storico per Trudeau, telegenico ex attore di 43 anni, che è riuscito a risollevare un partito agonizzante, solo quattro anni fa, sorprendendo tutti. Nelle ultime settimane, anche se il leader liberale era il favorito nei sondaggi, gli esperti delineavano un governo di minoranza che avrebbe dovuto trovare il sostegno in Parlamento di un'altra forza politica. Non è stato necessario. Già i primi risultati elettorali relativi alle province atlantiche del Canada segnalavano l'arrivo dell'onda rossa che ha preso piede in gran parte del Paese, assegnando ai Liberali più dei 170 seggi necessari per avere la maggioranza. Insomma, i canadesi non hanno avuto molti dubbi: per combattere le turbolenze sulla scena economica e sociale (il rallentamento dell'economia per il crollo del prezzo del petrolio, l'aumento della disoccupazione e un mercato immobiliare con prezzi alle stelle) hanno scommesso sui Liberali.

Solare, appassionato nelle sue prese di posizione, bell'aspetto, Trudeau nei 78 giorni di campagna elettorale ha viaggiato per il Canada in lungo e in largo, non sottraendosi a bagni di folla e ascoltando le richieste dell'elettorato. Una vicinanza alla base che lo differenzia dal padre, Pierre Trudeau, primo ministro del Canada per 16 anni, il cui stile era molto più distaccato. Per Trudeau junior il trasferimento al 24 di Sussex Drive a Ottawa è, infatti, un ritorno: parte della sua infanzia l'ha trascorsa lì, avendo l'opportunità di incontrare leader politici come Margaret Thatcher e Ronald Reagan. La sua proposta politica, basata su investimenti in infrastrutture e più posti di lavoro finanziati con deficit di bilancio per tre anni e più aiuti alla classe media, ha ora convinto i canadesi a mandare a casa Harper, che si è dimesso da leader del Partito Conservatore. «È il momento di un reale cambiamento», ha detto Trudeau, alternando inglese e francese, dopo la vittoria. «Una visione positiva, ottimistica, piena di speranza non è un sogno. Può essere una potente forza per il cambiamento». Quindi ha lanciato un messaggio di unione al Paese: «Il Canada è una grande nazione per il suo unico multiculturalismo».

Parole che suonavano come una risposta al senso di divisione e al sentimento anti- islamico che la campagna di Harper, basata sulla necessità di garantire la sicurezza nazionale di fronte alle minacce del terrorismo, aveva diffuso nel Paese.

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