Da eroi della pandemia a furbetti degli straordinari. Parabola paradossale quella vissuta dai medici del pronto soccorso del Policlinico di Bari e denunciata dal direttore del reparto, Vito Procacci. Durante il Covid, il medico e i suoi colleghi dell'emergenza hanno letteralmente fatto gli straordinari. Come in altri ospedali e in altre parti d'Italia, anche a Bari per fronteggiare l'emergenza della pandemia i medici si sono sobbarcati turni su turni. Sotto Covid, si moltiplicavano le notizie degli «eroi col camice» costretti a lavorare anche 36 ore consecutive per sopperire alle carenze di personale e al flusso costante di pazienti. È andata così anche per Procacci e per i suoi colleghi. Ma qualche giorno fa, con il Covid ormai fortunatamente alle spalle, ai medici del pronto soccorso del capoluogo pugliese è arrivata una lettera dell'ispettorato del lavoro cittadino. Che li accusava di aver lavorato troppo, più del monte ore massimo previsto, e di non aver rispettato i riposi prescritti. Morale, multe per tutti: il primario dovrebbe sborsare 27mila euro, non esattamente bruscolini. Così Procacci, che su Facebook spiega di considerare «questo accanimento un insulto nei confronti di tutti il personale sanitario italiano» e «una burla nei confronti di tutti i cittadini che hanno provato la sofferenza e il lutto a causa della pandemia», ha preso carta e penna e ha deciso di scrivere una lettera aperta a Sergio Mattarella. Spiegando al capo dello Stato di guidare un reparto che «durante il Covid è arrivato a salvare la vita a circa 8.600 pazienti», e di aver ricevuto, insieme ai suoi colleghi, un premio «per aver fatto respirare la gente di Puglia». Ma ora, spiega a Mattarella il medico, è costretto a disturbarlo per affidargli «tutta l'amarezza, la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto da uno Stato che amo, ma nel quale oggi faccio fatica a riconoscermi». Segue la storia della «pesante e paradossale sanzione amministrativa» ricevuta, paradossalmente, «per aver adempiuto al nostro dovere ineluttabile di operatori sanitari durante il periodo tragico dell'emergenza Covid». Anche perché, spiega Procacci, l'accusa di non aver ottemperato ai riposi e aver lavorato più del monte ore si baserebbe in realtà su un «calcolo tecnicamente infondato».
Insomma, il medico spiega di sentirsi «profondamente ferito da un Paese che fino a poco tempo fa ci definiva eroi e oggi ci chiama trasgressori in un burocratico quanto asettico verbale che ci rinfaccia di aver portato avanti la nostra missione di medici, infermieri e OSS nonostante le grandi difficoltà».
«Faccio fatica a credere che la mia gente si riconosca in questo provvedimento che non considero solo una mera sanzione, ma anche un insulto a tutto il personale sanitario italiano e a tutti coloro che ancora oggi piangono la perdita dei propri cari», scrive ancora nella missiva a Mattarella Procacci, dicendosi «fiero di definirmi un difensore dei principi fondamentali della nostra meravigliosa costituzione». Due altri responsabili di reparto hanno ricevuto multe dal valore complessivo di 10mila euro, sempre a Bari. Il motivo riguarda sempre il «troppo lavoro» durante il Covid. Trattasi di altri due primari ospedalieri.
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