È di nuovo bufera su Donald Trump e lo zoccolo duro della sua base, protagonista di una ennesima sortita nei confronti del rivale Joe Biden che solleva l'indignazione dell'opinione pubblica americana e internazionale. L'ex presidente ha pubblicato sul suo social Truth un video con l'immagine dell'inquilino della Casa Bianca disteso su un fianco e legato con una corda mani e piedi, dipinta sul portellone posteriore di un pick-up. Nel post si legge che il filmato di circa venti secondi è stato girato a Long Island giovedì, quando il tycoon era alla veglia funebre di un agente di polizia di New York ucciso a Massapequa Park durante un controllo.
Non è la prima volta che questa immagine di Biden legato mani e piedi circola sui social, ma il fatto che Trump abbia scelto di condividerla sul suo account solleva preoccupazioni in merito alla retorica violenta che caratterizza la campagna elettorale del candidato repubblicano, e agli attacchi sempre più duri e personali che sferra contro l'avversario democratico. «Trump incita regolarmente alla violenza politica ed è ora che la gente lo prenda sul serio, basta chiedere ai poliziotti del Campidoglio che sono stati attaccati mentre proteggevano la nostra democrazia il 6 gennaio», ha commentato Michael Tyler, direttore delle comunicazioni della campagna di Biden, criticando aspramente l'atteggiamento dell'ex comandante in capo. Tyler ha poi ribadito che tale immagine è esattamente il tipo di contenuto che può incoraggiare la violenza politica. Il portavoce della campagna del tycoon, Steven Cheung, ha replicato che «quell'immagine era sul retro di un pick-up che viaggiava lungo l'autostrada», e ha quindi rivolto le sue critiche ai «democratici e pazzi lunatici che non solo incitano alla violenza contro il presidente Trump e la sua famiglia, ma stanno effettivamente utilizzando il sistema giudiziario come arma contro di lui».
La campagna di The Donald ha ripetutamente citato le dichiarazioni dem degli anni passati per difendere la retorica del tycoon. Cheung ha fatto riferimento a una dichiarazione di Biden del 2018 in cui affermava, riferendosi a Trump: «Se fossimo al liceo, lo porterei dietro la palestra e lo picchierei a morte».
In ogni caso, il linguaggio sempre più autoritario usato da Trump sta scatenando numerose critiche e polemiche: ad esempio per i termini riservati ai migranti, che secondo l'ex presidente stanno «avvelenando il sangue del nostro Paese»: alcuni di loro «non sono persone», ha detto anche questo mese ad un comizio. Oppure per le parole con cui ha descritto l'anno scorso i suoi oppositori politici, bollati come «parassiti» che devono essere «sradicati».
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